Le cose accadono. Dopo dieci anni di colpevole mancanza, ecco via d'Amelio. Civico 19. A Palermo è un rovente pomeriggio di metà agosto, il silenzio è irreale, la facciata del condominio è in restauro, la gente è chiusa nelle case a pranzare e a sfuggire alla canicola.
I pochi passanti quasi non fanno più caso a questo luogo, alle persone che partecipano a quello che è ormai un vero pellegrinaggio laico: con le loro macchine fotografiche e i telefonini, con un cappellino o una maglietta o un bigliettino o una lettera o qualsiasi cosa da lasciare qui, appesa a uno dei tanti rami dell'ulivo che regge la lapide commemorativa.
Non pare vero che qui, diciannove anni fa, il 19 luglio (quante volte ricorre il numero 19), una 126 imbottita di tritolo saltò in aria con la violenza di un uragano, uccidendo persone e danneggiando case. Il silenzio è troppo forte per immaginare quel boato. Avvicinandosi al magnifico albero, piantato qui appositamente, ci si muove muti, con passo lento, con il devoto rispetto che si usa nelle chiese.
Sotto l'ulivo si sta bene, c'è una piacevole ombra che aiuta a leggere e a osservare le testimonianze di chi, di qui, è solamente passato o ci è venuto apposta - tante sono le gite scolastiche e le cosiddette navi della legalità per le quali questo luogo, e un altro ancora in via Notarbartolo, la superba magnolia posta di fronte all'abitazione di Giovanni Falcone, sono state la destinazione finale.
Ci si commuove, ovviamente, e ci si indigna, altrettanto ovviamente, ma il sentimento prevalente è la stima, il rispetto.
Non solo per le figure di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, il cui estremo senso del dovere, in quest'Italia disgraziata e disonesta, continua a emozionare. Ma soprattutto per la forza delle parole e dei simboli lasciati qui da gente comune, che rivendica il proprio senso morale e civile con semplicità e schiettezza.
Ai piedi dell'ulivo e sui suoi magnifici rami non ci sono ideologie o schieramenti. C'è onestà, rispetto, senso dello Stato. C'è una immensa voglia di Verità, ché di Verità Falcone e Borsellino sono stati instancabili ricercatori, fino alle conseguenze ultime.
E' dalle radici di questo ulivo che dobbiamo ripartire. Perché è questa l'Italia migliore.
Stupendo. Brava!
RispondiEliminaoh grazie cara! :) spero tu stia bene.
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