Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

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martedì 21 giugno 2016

#217. l'estate è la mia stagione: i miei 43 motivi e una premessa nostalgica


L’estate è la mia stagione: adoro mettere i sandali, girare per casa con il vestitino leggero e i piedi nudi, mi piace tornare a casa sudata e stanca e sentire la frescura rigenerante appena varcato il portone. Adoro abbassare tende e tapparelle e lasciare che il sole e il caldo filtrino appena dalle fessure, mi piace sentire i rumori della città che passano dalle finestre aperte e vedere i fiori nel pieno del loro splendore aprirsi finalmente al sole.
Mi rende felice mangiare sul terrazzino, dalla colazione alla cena, e accendere le lanterne la sera, a ricamare disegni andalusi sul muro ancora rovente.
Ricordo le afose e grigie estati torinesi e ci faccio la pace, mi tornano in mente le interminabili camminate lungo corso Vittorio fino al Po, e al ritorno la ricerca di un po’ d’ombra nella mia adorata via Mazzini.
Ricordo le estati da adolescente, lunghissime e spesso trascorse senza vedere il mare neanche una volta, passate in buona parte in compagnia di persone che non mi piacevano e che frequentavo per non stare sola.
Quella Torino è un ricordo amaro, le sue strade e i suoi giardini mi rimandavano indietro un senso di inadeguatezza che a lungo mi è rimasto appiccicato addosso, proprio come afa estiva.
L’estate è la mia stagione, e quando dicevo di detestarla era perché ero adolescente e mi si paravano davanti mesi di noia senza poter vedere i ragazzi che mi piacevano.
Eppure, anche in quel periodo, amavo la siesta pomeridiana con le tapparelle che lasciavano filtrare lunghe strisce di sole sul muro, mi piaceva tornare dalla passeggiata in centro e andare a prendere il ghiacciolo al limone sempre nello stesso bar di via Monginevro, e amavo perdermi nel suono della musica la sera dopo cena, mentre i miei guardavano la tv e io indossavo le cuffie, sognando di amori estivi alla finestra mentre fuori l’asfalto continuava a restituire calore, solcato solo raramente da qualche macchina.
Ma l’estate non è solo questo, è anche la somma di mille altri ricordi buffi e meravigliosi.
E’ il dopo cena da mia nonna Anaide, sulle panchine di corso Rosselli, dove non tirava un refolo di vento e il silenzio stanco della strada era spezzato solo dalle romanze cantate da un signore del quartiere appassionato di lirica; sono i viaggi in macchina verso la Riviera Romagnola, io i miei e mio cugino Denis, felici su macchine sgangherate che, quando gli si rompeva un radiatore, l’unica acqua disponibile era quella delle pompe a getto, nei campi, e ci si lavava dalla testa ai piedi; sono i pomeriggi ai giardinetti di corso Ferrucci con R., le interminabili chiacchiere tra panchine e altalene, e poi, quando lei andava in vacanza, la gioia nel sapere che era arrivata una sua nuova lettera dal mare in cui mi raccontava nei minimi dettagli tutto quello che le succedeva, e mi pareva di essere anch’io lì con lei; è l’androne del palazzo di S., freschissimo e ristoratore dopo le lunghe passeggiate in centro, e l’anguria messa a raffreddare in un secchio con l’acqua corrente da sua madre, e il momento in cui l’addentavamo sbrodolandoci tutte, ma soddisfatte; è l’estate del ‘95, sospesa nella speranza che F. mi dicesse sì e passata a fantasticare più del solito e finalmente a crederci anche io, con l'impagabile complicità di M.; è quella del ‘96, trascorsa con R., in cui per molti pomeriggi imparammo a conoscerci e a volerci bene sulle panchine di piazza Solferino e che fu memorabile per quella cassettina di musica soul che lei mi compilò, e che feci ascoltare ai miei nel lungo viaggio verso le vacanze in Toscana; sono le chiacchiere in macchina con S. e sua sorella, e il gelato da Gatsby, e quel sabato sera in una discoteca in collina e il nostro micropisolo in macchina prima di arrivarci; è l’estate più incredibile della mia vita, quella del 2000, quella dei 21 anni e dell’incontro con Giordano, e poi quella del 2001, a San Pietroburgo, con R., la migliore compagna di viaggio di sempre, a scoprire nuove parti di me stessa e a stupirmi come anche lì potessero esserci 36 gradi e il sole fino alle 11 di sera; e infine tutte le estati successive, ad attendere il momento di scendere in Sicilia, e poi la vittoria dell’Italia ai Mondiali del 2006, e i ritorni dalle vacanze con relativi resoconti, e tutte le mini gite, con gli amici più cari che magari ora non sono più compagni di viaggio ma che avranno sempre un posto prezioso dentro di me.



Potrei citarne miliardi, di mini-ricordi come questi.



Ma quello che più amo e ho sempre amato, a prescindere dal periodo della vita in cui mi trovo, sono queste cose:

  1. svegliarmi con la luce del sole che già filtra dalle tapparelle
  2. preparare grandi ciotole di insalate di pasta e non accendere i fornelli per un paio di giorni
  3. mangiare un sacco di frutta che adoro: fragole, albicocche, angurie, meloni, pesche
  4. andare in piscina ed entrare in acqua tremando per lo sbalzo termico
  5. guardare la pelle arrossata dal sole dopo una giornata ad abbronzarmi e controllare i segni del costume e quindi
  6. avere bisogno di molto meno trucco
  7. vedere la gente allegra che si gode l’aria aperta, i tavolini fuori dei bar, le gite alla domenica, i picnic sull’erba
  8. ascoltare le radio commerciali per scoprire quali sono i tormentoni dell’estate
  9. fare le playlist per i viaggi lunghi in macchina
  10. abbassare le tapparelle di casa nelle ore più calde per fare entrare meno calore
  11. fare la siesta con le cuffiette
  12. pranzare da sola sul terrazzino guardandomi vecchi episodi di Beverly Hills 90210/La Tata/Daria
  13. mangiare il gelato per strada, stremata dal calore, e assaporarlo fino all’ultimo morso
  14. i ghiaccioli al limone
  15. tamponare Amelie con un panno bagnato fresco e vedere che le piace un sacco
  16. dormire senza lenzuola, con le finestre aperte
  17. fare il pisolino con mia mamma a casa sua, tenendoci per mano mentre chiacchieriamo prima di addormentarci
  18. andare nei supermercati e cercare refrigerio nel reparto surgelati
  19. mettere la testa nel frigo
  20. preparare il ghiaccio per le bibite
  21. mettere i piedi a bagno nell’Aare ghiacciato
  22. pianificare le vacanze e contare i giorni
  23. accendere le lanterne alla sera, col buio più assoluto
  24. innaffiare le piante alla sera
  25. i vestitini
  26. l’odore dei costumi da bagno
  27. i cani che fanno il bagno (nel fiume, nel lago o nel mare)
  28. le cartoline
  29. le chiacchiere al buio, mentre la città si ritira accaldata
  30. gli ultimi preparativi prima delle ferie
  31. le cicale
  32. i grilli
  33. i pediluvi lunghissimi e la cremina per i piedi ghiacciata
  34. le repliche di vecchie commedie in tv
  35. l’ombra degli alberi
  36. i saldi
  37. le città di sera
  38. le riviste da leggere nei momenti di ozio
  39. i piedini nudi dei bimbi nei passeggini
  40. asciugare i capelli all’aria
  41. camminare a piedi nudi per casa e, quando possibile, sull’erba fresca
  42. fare La Settimana Enigmistica e risolvere i cruciverba difficili
  43. IL MARE.

BUON SOLSTIZIO D'ESTATE! (photo courtesy Pinterest)





giovedì 31 dicembre 2015

#215. best of 2015: le cose più belle (seriamente)

qui ci sta un po' tutto: cose che fanno ridere oltre misura, cose che fanno stare male, cose che ci fanno tornare ad avere fiducia nel genere umano e cose che ci spiegano cos'è VERAMENTE l'amore (lasciatele perdere, le commedie romantiche). nessun commento, spero gradirete la mia selezione.


Jimmy Fallon & Jack Black Recreate "More Than Words" Music VideoJimmy & Jack Black do a shot-for-shot remake of Extreme - The Band's "More Than Words" music video.
Posted by The Tonight Show Starring Jimmy Fallon on Lunedì 4 maggio 2015


Some redditors in the /aww subreddit have started posting before and after pictures of their pet adoptions. The result is heartwarming. // BuzzFeed Animals
Posted by BuzzFeed on Giovedì 8 gennaio 2015

¡Estos son HÉROES sin capa!Fuente: https://youtu.be/_WA4--gvKU0
Posted by Exafm on Venerdì 2 ottobre 2015

"Love comes in ways that we can easily overlook in our daily lives. I try to find it and make it into artwork” 
Posted by Bored Panda on Martedì 28 aprile 2015




“We’re fighting her lung cancer right now. She’s lost so much weight. We just moved to the sea so the air would be...
Posted by Humans of New York on Domenica 23 agosto 2015

“I don’t remember deciding that I didn’t want kids. I just always knew. I expected to have a solitary and...
Posted by Humans of New York on Venerdì 11 settembre 2015

“We’re on the slow plan to get over her terrible beginnings. She has a lot of PTSD. She was born in a kill shelter so...
Posted by Humans of New York on Domenica 11 ottobre 2015

“I try to come out here in the mornings before work. I know what it’s like to be hungry and not have a voice. I grew...
Posted by Humans of New York on Lunedì 12 ottobre 2015

Siamo sempre lo straniero di qualcun altro.
Posted by the JackaL on Mercoledì 11 novembre 2015

you never think it will happen to you. It was just a friday night at a rock show. the atmosphere was so happy and...
Posted by Isobel Bowdery on Sabato 14 novembre 2015



Una de las mejores cosas que puedes hacer para conseguir la felicidad. Y es gratis.
Posted by PlayGround on Martedì 24 novembre 2015



Stroll the streets of 12 European cities.
Posted by The New York Times on Venerdì 17 aprile 2015

                                      

mercoledì 31 dicembre 2014

#208. 2014: un anno come non se ne vedevano da anni!

Due strade divergevano in un bosco d’autunno

e dispiaciuto di non poterle percorrere entrambe,

essendo un sol viaggiatore, a lungo indugiai

e ne fissai a lungo una, più lontano che potevo

fino a dove si perdeva nel sottobosco.

Poi presi l’altra, che era buona ugualmente

forse con pretese migliori,

e forse sembrava messa meglio,

perché era erbosa e meno calpestata;

sebbene in realtà le tracce fossero uguali in entrambe le strade.

Ed entrambe quella mattina erano ricoperte di foglie

che nessun passo aveva annerito.

Oh, mi riservai la prima per un altro giorno,

anche se, sapendo che una strada porta verso un’altra strada,

dubitavo sarei mai tornato indietro.

Questa storia racconterò con un sospiro

da qualche parte, tra molti anni:

due strade divergevano in un bosco ed io…

io presi la meno battuta,

e di qui ogni differenza è venuta.


Robert Frost

fiore di ciliegio
Cari amici,
le ultime settimane del 2014 stanno scorrendo come al solito, tra frenesie ingiustificate dell’ultimo minuto e voglia di riabbracciare i propri cari.
Quest’anno mi è stato difficile aggiornare questo blog, ma voglio rassicurare chi mi segue sul fatto che sto bene, e che è proprio per questo che la mia presenza qui si è fatta meno costante.
Finalmente, dopo molti anni, sono sulla strada giusta.
E questa volta lo dico davvero.
cattedrale di San Nicola, Fribourg
Non è stato un anno facile, sono sincera: ma è stato proprio questo a renderlo così prezioso. Ogni minuto di solitudine, ogni goccia di sudore, ogni dolore fisico era una prova inconfutabile che stavo diventando veramente, finalmente adulta.
E lo desideravo da anni, da quando - appena laureata - mi ero illusa che fosse tutto lì, che da quel momento in poi sarebbe bastato impegnarmi e fare le cose che dovevo fare.
Invece non è così: il corpo e la mente vanno conosciuti a fondo prima di essere spinti a duecento chilometri all’ora contro un muro di cemento. Avevo quasi trent’anni e questa cosa non la sapevo.
Amelie Wan Kenobi
Perché dopo lo schianto è difficile ricostruirsi, rimettere insieme i pezzi, e soprattutto la paura di farsi male ancora vince su ogni sogno, su ogni speranza di futuro.
Conoscersi significa rispettarsi, amarsi: sapere cosa vogliamo davvero, o almeno cercare di farlo, e saper bilanciare i nostri doveri con ciò che ci fa stare meglio.
Gingerino, guardiano del Rosengarten
Lo scorso marzo, durante una delle mie - per fortuna poche - interminabili notti in ospedale mi sono ritrovata sola, in bagno, alle prese con forti dolori post-operatori. Me li aspettavo, certo, sapevo che erano la normalità, eppure stavo male. Sapevo che non potevo scappare da quella situazione e che dovevo semplicemente accettarla, e attendere pazientemente che passasse. In quel momento ho ricordato questa frase, che per la verità non so nemmeno di chi sia: il dolore non è altro che la debolezza che abbandona il corpo. Ho iniziato a ripeterlo mentalmente, come un mantra, e il respiro si è fatto meno affannoso, il dolore meno intenso. Così è stato per i giorni a seguire, e durante tutta la convalescenza.
E lì ho capito.
Oakland Bay Bridge, San Francisco
Il dolore è una strada obbligata, ma è destinato ad andarsene. Bisogna avere fiducia.
Certo, avrebbero dovuto dircelo che, dopo la nascita vera e propria dal ventre materno, ce ne sarebbe stata un’altra, più faticosa, quando saremmo diventati grandi. Non è che succede a tutti alla stessa età: forse c’è qualcuno a cui non succede affatto. Però.
Resta il fatto che siamo soli. Facciamocene una ragione. Questa strada la percorriamo soli, con le nostre scarpe, i nostri passi. I compagni di viaggio potranno essere pochi o molti, questo dipende da noi, ma resteranno sempre compagni di viaggio. La fatica è tutta nostra.
io e il mio papà, estate 1979
E questi lentissimi sei anni di dolorosa scoperta di me stessa mi hanno portata proprio qui, in un posto dove mai avrei immaginato di essere: amata, consapevole, affamata di vita e con un sacco di progetti in testa. E bella.
Sì, bella. Lo dico a me stessa con stupore, perché troppo spesso non ci ho creduto. Sono bella come non ero nemmeno a vent’anni. O a sedici, quando certi compagni di scuola si rifiutavano persino di sedersi accanto a me.
io e l'ingegnere, Grand Canyon
Vorrei guardarvi in faccia oggi miei cari ex compagni di scuola, ora che siete adulti e - chissà - magari genitori. E vorrei farvi una pernacchia enorme sul muso. E vorrei dirvi che la vostra trasformazione in poverini è iniziata allora, quando dovevate essere semplicemente un grumo di entusiasmo e ingenuità e invece eravate già cinici e maligni.
io e la mia mamma, Gruyères
Perché se sei bruttina, insicura e introversa ci puoi lavorare sopra: se sei stronzo sei un caso disperato, per te non c’è redenzione.
E allora non ci resta che evitarli, questi stronzi. Cacciarli a pedate dalla nostra vita, se necessario. Anche solo metaforicamente. Smettere di sentire il loro sguardo giudicante addosso. E cercare semplicemente di essere la migliore versione possibile di se stessi, fragilità errori e difetti compresi.
Quanto a voi amici del blogghino - e spesso, amici anche nella realtà - vi abbraccio tutti, e vi ringrazio di esserci, ciascuno a proprio modo e con il proprio ruolo.
io, Chiara e il bagnino, Malibu 
So che oggi chi è nella mia vita merita di esserlo, perché ha saputo migliorarla. 
Il resto non mi interessa, e ormai non provo più nemmeno nostalgia.
E allora brindiamo alla mia guarigione, al mio tedesco che migliora sempre di più, a tutte le lingue che so e che continuo a studiare, alla mia maledetta tenacia, alla California e alle grandi e piccole esplorazioni di quest’anno, alle letture mai così numerose dai tempi dell’università, alla magnifica musica ascoltata, alla scrittura ritrovata ed esercitata con costanza, alle mille ispirazioni che mi circondano, alla mia nuova città che diventa sempre più mia e che ai miei occhi è sempre nuova come il primo giorno. Brindo alle mie nuove amiche, ai gatti di Berna e agli orsi del Bärengraben, agli amici di una vita ai quali si dovrebbe brindare sempre, alle famiglie a chilometri e chilometri di distanza ma sempre vicinissime, a un marito speciale oltre ogni misura, alla gattina Amelie mia maestra di vita, a tutti i dannati superlativi che uso perché davvero meglio di così non potrebbe essere.
E allora ciao, benvenuta mia cara età adulta. Ti aspettavo da così tanto tempo. E sei meglio, molto meglio di come ti avevo immaginata.
E buon 2015 a tutti noi!

a piedi nudi sull'erba, Gurten Park Bern

martedì 24 dicembre 2013

#200. una letterina per Babbo Natale


caro Babbo Natale, 
innanzitutto ciao! sono felice di scriverti da un posticino accogliente e caldo come la mia nuova casetta bernese.
quest'anno sono stata decisamente una brava bambina.
di più: una bambina bravissima.
ho preso in mano la mia vita, sono diventata sempre più autonoma, ho sconfitto tante paure, sempre una alla volta per carità, insomma sto diventando finalmente adulta come ho sempre desiderato.
ora ti elenco concretamente i motivi per cui ti dovrai sentire in obbligo a esaudire ogni mia più piccola richiesta. inizio.
1. in tre mesi ho fatto due traslochi.
2. ho studiato tantissimo per arrivare a un livello quantomeno decente di tedesco (e ancora dovrò studiare molto: sappilo) e ho migliorato notevolmente il mio livello di inglese e di francese.
3. mi sono sposata.
4. ho avuto il permesso di soggiorno.
5. in tutto questo caos, sono anche riuscita a lavorare per un bel po'.
6. ho fatto sterilizzare la mia piccola Amelie, e tuttora mi sento terribilmente in colpa per questo (leggi: bisogno di coccole e carezzine per l'ego, sia per lei che per me).
7. ho visitato Art Basel.
8. sono stata al Montreux Jazz Festival.
9. ho visitato moltissimi posticini svizzeri: Lucerna, Zurigo, Basilea, Thun, Interlaken, l'Oberland Bernese, Gruyères, Neuchatel... e ancora non abbiamo inaugurato la stagione invernale. che si sappia: la Svizzera è bellissima (la mia preferita? Zurigo).
10. ho provato molta nostalgia, ma ho imparato a stare da sola.
11. ho avuto tanti piccoli problemi di salute che hanno abbassato non poco la qualità della mia vita, ma sono qui: you're gonna hear me roar.
12. nonostante i punti 10 e 11, non ho avuto crisi d'ansia o periodi di depressione.
13. ho fatto pace con molti ricordi, ho scritto tantissimo, ho cominciato persino a sentire nostalgia di Torino (non di tutto, però: mi mancano le lunghissime passeggiate in corso Vittorio verso il Po, i dopocena al Berlicabarbis, la mia adorata crèpe Biancolatte all'Allanté, le buone cene a chiacchierare con gli amici, l'ariosità dei suoi viali, i suoi portici, i mille eventi che scandiscono, quasi come feste comandate, i dodici mesi dell'anno: il Salone del Libro, il mese dell'arte contemporanea, il Salone del Gusto, Settembre Musica, Torino Spiritualità, le sagre alla fine dell'estate, solo per citare i primi che mi vengono in mente)
14. ho ascoltato (e scritto di) una infinità di musica.
15. ho imparato a fare i milanesini.


ora: questi sono i motivi fondamentali per cui ti dovrai impegnare moltissimo a far sì che io continui a credere in te, perché in te ci credo, tu sei magia, tu sei il motivo per cui in questo periodo sopporto le camminate a 8 gradi sotto lo zero per arrivare fino in centro, tu sei la ragione per la quale casa mia è piena di gingilli e decorazioni rosse e dorate e candele in un numero tale che il sensibile ingegnere ha parlato di mausoleo (forse ho effettivamente esagerato).
adesso esprimo i miei legittimi desideri. la mia wishlist.

1. ti prego: instilla nella mia materia grigia quel guizzo che mi farà giungere a un livello di autonomia totale in lingua tedesca. è importante, perché il mio desiderio più grande è di integrarmi. io mi impegno tanto, ma a volte non basta. e poi sono vecchia, sempre più vecchia, e ho studiato decisamente troppo negli anni precedenti della mia vita. ti ricordo che, ai tempi, lessi Guerra e Pace in due mesi. i miei neuroni sono bruciati: abbi pietà di me.

2. la mia salute! sono poco pochino preoccupata. è vero, mi sono trascurata non poco. è vero, mi sono letteralmente spezzata la schiena. è vero, spesso le cose da fare toglievano il tempo da dedicare a me stessa. ma fai che quella cosa lì che sai tu vada bene bene bene, perché io già mi sto cagando un pochino addosso (eh, altra espressione che rendesse l'idea non c'era).
3. me stessa in senso lato: ho bisogno di tornare a ruggire, ha ragione Katy Perry (ho detto questa cosa? l'ho detta davvero?)! ora che mi sono data tanto da fare per migliorare la mia vita, la nostra vita, sento la forza e la necessità di tornare a essere quella che sono davvero, a esprimermi per ciò che so fare, a darmi l'importanza che merito. forza, un piccolo aiuto!
4. un viaggio: ti prego almeno un viaggio epocale. la Svizzera è bella, ma è piccola. ci vogliono esperienze che facciano il pari con la fatica mostruosa che stiamo facendo.
5. la serenità: ci sto lavorando tanto, ma a volte le paure sono ostacoli insormontabili e prevale lo scoraggiamento. vorrei che questi momenti siano sempre di meno, che scompaiano una volta per tutte dalla mia vita.

questa era la wishlist difficilissima. lo so, è tosta, ti sto chiedendo molto. ma le richieste sono commisurate all'impegno che ci sto mettendo. sono stata al palo troppi anni, per troppi anni sono stata triste, per troppi anni ho avuto le mani legate.
ho avuto la forza di cambiare la mia vita. ora sarebbe bello un piccolo aiuto.
perché la felicità si costruisce! lamentarsi non serve. ci vuole la forza di reagire. 

[e, a questo proposito, permettetemi una piccola riflessione.

noi non siamo scappati: leggo, più spesso di quanto vorrei, che per molti andare all'estero è una sconfitta, che bisogna rimanere per combattere. e io rispondo a queste persone dicendo che la nostra parte l'abbiamo fatta, per diversi anni: ma la vita ci stava passando sotto il naso e in mano non avevamo nulla. eravamo infelici, avevamo sempre bisogno dell'aiuto dei genitori. volevamo sposarci, volevamo che gli anni di studio avessero un senso, volevamo una famiglia nostra: in Italia, in questa Italia, non era (non è) possibile. abbiamo provato a immaginare un futuro: non ci siamo riusciti. e credeteci, stare lontano dal proprio Paese è una delle più miserabili ingiustizie che esistano. pensate dunque al nostro stato d'animo quando abbiamo dovuto fare una scelta simile. quando ci avete pensato, ripensateci altre dieci volte. venti, se non basta.]


e ora, come da tradizione, ti invito a fare bella figura con la solita wishlist semplicemente ridicola:

1. materialisticamente parlando, gli UGG Boots qui a Berna non sono un lusso: sono una necessità. provvedi subito.
2. va bene la nebbia ghiacciata, va bene la pioggia gelata, va bene anche la neve che non si scioglie mai ma per favore fammi uscire gli orsi dalla fossa del Barengraben, perché ultimamente mi sento sola e quando scendo in centro e non li vedo mi prende la saudade.
3. fa' sì che le taglie di reggiseni svizzeri continuino a essere sfasate rispetto all'Italia così io continuerò a vivere nell'illusione di avere una terza abbondante.
4. ti prego: fai in modo che il cagnolino e il gattone bianco che fanno compagnia al dolcissimo clochard che sta di fronte a Globus vivano il più a lungo possibile. ci conto.
5. a proposito di gattoni: fai vivere la mitica Chiquita, il micio mascotte del nostro quartiere, lo scottish fold più ciccione del mondo felino, almeno altri dieci anni, permettendole così di entrare nel Guinness dei Primati (adesso ne ha 22: come faccio senza vederla accicciolata sulla sua poltroncina da giardino quando passo? e il suo padrone anzianissimo e rigolo, come dice la parrucchiera, come farebbe senza di lei?)
6. e a proposito di parrucchieri (svizzeri): infondi la scienza tricologica nelle loro menti perché non sanno tenere la spazzola in mano.
7. dacci la forza di mettere le tende nelle stanze perché l'impresa si sta rivelando titanica e io non voglio che i nostri dirimpettai sappiano appunto che porto la terza abbondante.
8. rendi afona per un po' la signora Connelly del piano di sotto perché io non ne posso più di sentir violentata la pop music degli anni Duemila (che già, beh). ebbasta.
9. dammi la possibilità di avere un incontro ravvicinato con una mucca svizzera perché io le adoro, sono animali stupendissimi!!! (momento di entusiasmo adolescenziale)
10. parliamo di latte e i suoi derivati? fammi passare un poco questa maledetta intolleranza. io voglio provare la crème de la Gruyère con le meringhe. le meringhe da sole fanno tristezza.

grazie Babbo e tanti auguri a tutti noi.