un giorno, infatti, decidemmo di percorrere l'intera isola di Vulcano con una bizzarra minicar presa a noleggio, una di quelle macchinine rumorosissime in cui devi viaggiare con un braccio completamente fuori e, a ogni buca o dosso, sbatti la testa contro il tettuccio.
tra le varie mète c'era la spiaggia dell'Asino, un posto meraviglioso raggiungibile solo a piedi scendendo una stradina sabbiosa molto ripida. una volta scesi a destinazione, si aprì un mondo: una lingua di sabbia nerissima, vegetazione lussureggiante, pochissima gente, persino un chiringuito. l'acqua era trasparente ma, purtroppo, quel giorno c'era una infestazione di piccole meduse che alcune bambine si affaccendavano a pescare e a gettare sul bagnasciuga.
tutta la spiaggia, in pratica, era diventata un cimitero di medusine.
faceva molto caldo e, non potendo fare il bagno, l'unica soluzione era passeggiare lungo la riva del mare e scattare foto.
quand'ecco, davanti a noi: un signore giovane e, in braccio a lui, una creaturina buffissima. non capivamo se fosse maschio o femmina ma la cosa divertente era che questo frugolo indossava una bandana blu perfettamente intonata con la mutanda blanda dello slip del papà.
a un certo punto, da sopra la spalla del papà, il piratino sporge la testa e ci guarda.
ma lo fa con un'espressione meravigliosa, ridendo, come se con quel musetto volesse comunicarci tutta la felicità che stava provando in quel momento: eccomi, sono qui in braccio al papà. la mamma è poco lontano, che mi guarda con in mano la crema solare e, nel cestino, la pappa per il pranzo. fa caldo ma non troppo, e comunque il papà mi ha messo in testa un fazzoletto per ripararmi dai raggi del sole. c'è un sacco di acqua, e tante medusine per terra: che buffe! vorrei toccarne una, ma papà dice che mi farei male. e poi, quanta gente! un sacco di gente serena, che si diverte, e che, quando mi vede, sorride. per esempio, guarda questi due ragazzi: lei mi saluta con la mano e lui ha una macchina fotografica grandissima! quanto vorrei vederla da vicino! anche questo non si può fare, ma non importa. perché, ecco, sono io, sono qui, e sono felice. non ho bisogno di nient'altro, qui c'è tutto quello che mi serve. è per questo che mi vedete ridere con questi occhioni grandi.
vi invito a riguardarla adesso, la fotografia. dentro ci sono tutte queste cose.
non l'avevamo mai guardata con tanta attenzione, affascinati com'eravamo dalle meraviglie di Stromboli e del vulcano in eruzione che l'ingegnere con destrezza era riuscito a immortalare.
però qui c'è un'emozione diversa.
qui c'è il senso della nostra esistenza, che troppo spesso perdiamo per strada presi dalle mille faccende della nostra vita.
qui c'è la felicità disvelata, incantevole nella sua semplicità, e commovente, perché espressa da un volto di bambino.
dal giorno che l'abbiamo riscoperta, quell'immagine è un talismano infallibile contro i momenti tristi, e basta il solo pensiero a far tornare il sorriso sui nostri volti, troppe volte contratti dalla malinconia.
ve la regalo, sperando sortisca su di voi lo stesso, magnifico effetto.
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