Un paese piccolo e operoso, le casette basse, i filari di vite che invadono con gentilezza il territorio, solcandolo con geometrie rigorose.
Si arriva da una strada statale, incantevole: una linea dritta che taglia in due la campagna e che trae ombra e refrigerio da alberi bellissimi. Ed eccolo, il paese in lontananza: un pugno di edifici in cima a una collina, le Langhe tutt'intorno. Se la memoria non mi inganna, qui non ci sono stata mai.
La giornata è di quelle estive perfette: qualche nuvola innocua, il cielo limpido, il calore che scalda la pelle senza bruciarla. La luce si fa sempre più dorata, le ore del tramonto si avvicinano, a preparare lo spettacolo.
La gente è tanta, affluisce piano piano e si approssima al centro del paese con passo da pellegrino. L'atmosfera è, fin dai primi passi, magica: complice la golden hour del calar del sole, la gente (di tutte le età) è rilassata, sorridente, allegra. Le belle vibre si respirano, si possono quasi toccare.
Prendiamo una scorciatoia tra le vigne, cariche di uva ancora acerba: verde, ocra, blu sono i colori di un paesaggio che miracolosamente fonde delicatezza e rigore, poesia e operosità. Se la giornata finisse qui, saremmo già felici.
E invece no: è solo l'inizio.
Entrando nel paese, è la vita: una moltitudine di persone per le stradine a saliscendi, musica, profumi, voci, festa. E' una piccola summer of love e noi ci siamo dentro fino al collo.
Un panino al volo accanto alle vigne, il sole che cala e che rende le foto perfette anche quando le scatti con una macchina di poche pretese.
La sensazione di essere parte di un tutto: il cielo, le vigne, le strade, la gente, il sole, la musica, persino il panino stopposo ma che ti sembra buonissimo.
E poi, per le strade, la folla che, per la prima volta da tanto tempo, non ti appare più minacciosa: accogliente, felice di esserci come lo sei tu, invade pacificamente il paese stipandolo fino all'ultimo gradino, a ridosso delle porte, in cima alle salite, persino tra i filari di vite.
Per tutta la sera, infine, la musica: il motivo ultimo di tanta magia. Vinicio Capossela, con la sua poesia da taverna, i ritmi sfrenati, l'amore dolcissimo, la mitologia marinaresca; e Patti Smith, carismatica eppure così umana, la voce bellissima, forte, le canzoni declamate con una grinta che ignora i limiti dell'età. E quella dedica ad Amy Winehouse, This is the girl, che mi ha commosso fino alle lacrime (Amy, manchi. Manchi tantissimo).
Questo è stato il festival Collisioni per me. Ci tornerò, sicuramente: una delle giornate più indimenticabili della mia vita.
Che meraviglia questo post, questo posto e quella giornata! Me l'hai fatta vedere!
RispondiEliminagrazie cara Evita :)
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