il mio primo acquisto! |
è come quando scali una montagna altissima di cui non vedi la fine: sai che la cima c'è, non sai se ci arriverai (viva), ma fondamentalmente hai bisogno di appigli per continuare a salire.
ecco, per me questi appigli si chiamano scrittura, musica, cucina... e giardinaggio.
ma oggi non vi parlerò di un giardinaggio qualunque, ma del giardinaggio in terra elvetica: per me, territorio del tutto sconosciuto.
balconcino primaverile con primula |
questo all'inizio, dodici mesi fa. perché, cari amici del blogghino, ce l'ho fatta. ho carpito segreti e astuzie e ora vi racconto le mie conquiste. sperando che durino.
chi mi segue conosce tutte le mie sventurate peripezie florovivaistiche in quel di Collegno: entusiasmi iniziali puntualmente annientati da invasioni bibliche di parassiti cicciuti e voracissimi, disperati tentativi rock'n'roll di salvataggi in extremis, inaspettate e miracolose resurrezioni dopo mesi di morte apparente.
ibiscus in full bloom |
qui mi aspettava un libro fatto di pagine bianche, tutte da scrivere. per quel che riguardava la mia vita ma anche botanicamente parlando.
in primis: dove le metto, le piante?
il balcone: ahimè, ne ho uno solo. e neanche tanto grande. ma questo balconcino ha una caratteristica positiva: un sacco di spazio per sistemare vasi pensili.
la guardiana dei pinetti |
non solo: essendo io al primo piano, le possibilità di accoppare incauti vicini del piano di sotto con un vaso sventatamente sporgente si autoriducono di un buon 80% (per la cronaca: c'è solo la signora Connelly, di sotto, che è talmente impegnata a cantare Beyoncé e Justin Timberlake dalla mattina alla sera che difficilmente si affaccia al balcone).
ecco allora nella mia mente il pensiero di ricoprire completamente la superficie pensile utile con tutte le piante che mi venivano in mente.
e che piante ti vengono in mente a Berna, che sta a a circa 600 metri sul livello del mare, è molto secca e ventosa, ha inverni lunghissimi e nevosi, primavere variabili, estati tiepide e meravigliosi autunni?
e soprattutto: affacciandosi il mio balcone su un delizioso giardinetto/boschetto pieno di alberi, come la mettiamo coi parassiti?
la neve non ci spaventa |
e qui mi sarei meritata un bello schiaffone, come tante volte sarebbe dovuto accadere da quando sono qui.
perché, sapete, Berna e gli svizzeri io, a volte, li sottovaluto. e loro mi fregano, mi sorprendono sempre, e alla fine se la cavano alla grande.
e le piante, e gli alberi pure, sono svizzeri. potevano forse deludermi? no.
e allora sai che c'è?
che non una delle decine di piantine che hanno trovato ospitalità sul mio balconcino si è ammalata.
assetto autunnale |
sono cresciute tutte serenamente, ultimamente alcune di loro si sono ingiallite per processo fisiologico (è autunno), e quelle che sono defunte lo devono alla mia imperizia o al mio eccessivo zelo di innaffiatura.
parassiti: zero.
eccessivo gelo? nessun soldato rimasto sul campo.
troppo caldo? nah, a Berna il caldo dura due giorni.
e allora eccole: le primule, durate un paio di mesi. e poi le roselline, comprate a maggio e fiorite per tutta l'estate eleganti e sensuali. e l'esuberante ortensia, tuttora viva e combattiva sebbene la sua fioritura sia terminata. e l'ibiscus, una sorpresa assoluta, un fiore acquistato in agosto con il presentimento che sarebbe durato una settimana e invece continua tuttora a mettere germogli. sì, l'ibiscus, quel fiore meraviglioso delle zone calde del mondo. sì, l'ibiscus, qui, in Svizzera, fiorisce anche sotto la neve.
e poi i re e le regine di questa stagione: i severi pinetti sempreverdi, baluardo affidabile contro i venti, e le eriche, le independent women del mio vivaio, toste eppure vezzose, resistenti alle intemperie e coloratissime.
good vibes d'autunno |
ma chi l'aveva mai avuto, ad autunno inoltrato, un balconcino così ricco di piantine? proprio io che, in Italia, all'inizio di ottobre tiravo i remi in barca sbaraccando tutto e dichiaravo chiusa la stagione del giardinaggio improvvisato?
e invece eccole, tutte in fila, da una parte il simpatico disordine creativo e un po' shabby di ibiscus, rosa e ortensia, coi vasi tutti diversi e iperfemminili.
e, dall'altra parte, il rigore giansenista di pini ed eriche, in simmetrica alternanza sdrammatizzata da ironici coprivaso colorati.
adesso vediamo come passeremo l'inverno, io e loro.
ormai siamo un tutt'uno: resistiamo laddove molti (forse anche noi stessi) non ci credevano nemmeno, e attendiamo fiduciosi l'arrivo di una nuova primavera.
ps: state sul pezzo perché sto considerando di avventurarmi in un territorio botanico da me ancora inesplorato: le piante da appartamento. vi farò sapere.
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