era dai tempi delle Destiny's Child che avevo perso interesse per la signora Carter, ritenevo che avesse dissipato il suo enorme potenziale al servizio del banale e ipersessuato mainstream pop e r'n'b tipico dei desolanti anni 2000.
con 4 B riprendeva in mano la situazione diventando qualcosa d'altro: un'entertainer che non aveva più paura di rischiare. avendo portato il pop radiofonico a livelli di eccellenza, il suo terreno di caccia era cambiato.
con una mossa che solo i grandi sanno fare, all'apice della sua carriera Beyoncé rinunciava a vivere sugli allori e rimescolava le carte in tavola, lasciando il mainstream e la conquista delle classifiche alle più giovani (Adele, GaGa, Katy Perry, Rihanna) per intraprendere un cambio di rotta rischioso ma lungimirante: da primus inter pares ad avanguardista, con una lucidità e consapevolezza che solo Madonna e Bjork, nella storia del pop femminile, avevano dimostrato.
4 è ancora debitore dei topoi musicali del suo tempo pur essendo un grande omaggio alla storia della musica black ed è forse, questa coesistenza di vecchio e nuovo, la studiata transizione verso qualcosa di completamente diverso: che, puntuale, arriva il 13 dicembre 2013 con l'uscita dell'omonimo BEYONCÉ, il suo quinto album.
come gli U2 di Achtung Baby e gli R.E.M. di Monster vent'anni prima di lei, ma come anche il Kanye West di Yeezus qualche mese fa, Queen B rimette in discussione tutto con una mossa sorprendente, in primis - nel suo caso e in quello di West - dal punto di vista del marketing: nessuna promozione, nessun hype, nessuna indiscrezione.
un semplice post su Instagram ad annunciare la sorpresa, già disponibile sulla piattaforma i-Tunes: un visual album, quattordici brani accompagnati da diciassette video (che meriterebbero un post a sé, e infatti qui non ne parliamo).
un semplice post su Instagram ad annunciare la sorpresa, già disponibile sulla piattaforma i-Tunes: un visual album, quattordici brani accompagnati da diciassette video (che meriterebbero un post a sé, e infatti qui non ne parliamo).
nell'anno dei grandi album-evento, primi fra tutti il ritorno dei Daft Punk con Random Access Memories e degli Arcade Fire con Reflektor, B compare dal nulla e, incredibilmente, fa il botto, creando l'evento definitivo e inaspettato del 2013 musicale.
in tre giorni vende più di 600 mila copie e, al momento in cui scrivo, è già a quota 3 milioni. se a ciò aggiungiamo che, per l'appunto, si tratta di un album musicalmente rischioso e inaspettato, si può avere la misura dell'impatto che questo album sta avendo sui meccanismi del pop odierno.
la musica, come già accennato, è quanto di meno prevedibile potesse scaturire dal talento della nostra Miss Carter.
Beyoncé si lascia ispirare dall'r'n'b minimalista degli ultimi anni (qualche esempio? the Weeknd, James Blake) e dai tappeti sonori sintetici della moderna elettronica e del dubstep, producendosi in un felice connubio fra trame ritmiche rigorose e intense parti vocali, il tutto arricchito dall'uso di mille effettini sonori da ascoltare in cuffia.
i brani sono spesso complessi, ripartiti e dal minutaggio importante, risolvendosi in diversi casi in pièces costituite da movimenti differenti (vedi Partition, Haunted, ***Flawless), mentre le liriche, partendo dai temi a lei cari dell'empowerment femminile, scavano più a fondo nei territori oscuri della sessualità, del matrimonio, della maternità, della morte, parlando a cuore aperto di paura, insicurezza, depressione.
è stato giustamente osservato che, a proposito di liriche, Beyoncé trasmetta messaggi contraddittori, ora più che mai: certo il discorso femminista della scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adiche (contenuto in ***Flawless) sembrerebbe fare a pugni con i continui rimandi sessuali di immagini e testi, ma forse è da apprezzare il tentativo, più che la effettiva riuscita. considerando il fatto che empowerment femminile può anche voler dire consapevolezza del proprio corpo e del proprio potere seduttivo, mi sento di darle una seconda possibilità.
possibilità di cui invece non ha assolutamente bisogno da un punto di vista prettamente compositivo e vocale: B ha saputo cogliere suggestioni e ispirazioni dal mondo che la circonda creando una sorta di enciclopedia indie pop, spingendone al massimo le potenzialità espressive e portandolo alle masse con intelligenza e gusto.
vocalmente, poi, siamo di fronte alla sua piena maturità: voce piena, dritta, senza sbavature, che toglie (apparentemente) spazio allo sfoggio tecnico per cesellare spazi emotivi di grande intensità.
vocalmente, poi, siamo di fronte alla sua piena maturità: voce piena, dritta, senza sbavature, che toglie (apparentemente) spazio allo sfoggio tecnico per cesellare spazi emotivi di grande intensità.
le canzoni sono dunque tutte di altissimo livello, e - stranamente per un album pop di questa portata - richiedono ripetuti ascolti per essere colte nella loro complessità.
si va dall'intenso pop elettronico di Pretty Hurts alla sinistra Haunted, affascinante stream of consciousness cupo e minimale; dalla sensuale Drunk in Love, in coppia col marito Jay-Z, alla maliziosa e insolente Blow, gioiello dance-funky-soul firmato con Pharrell e Timbaland; passando, tra le altre, alla monumentale Partition, forse la più sorprendente, in cui Miss Carter si produce in un efficace rap su un tappeto ritmico dancehall. e che dire di Rocket, conturbante e incantevole soul di scuola Prince scritto per lei dal talentuoso Miguel, della già citata ***Flawless, che ricorda le migliori Destiny's Child ma con una grinta ancora maggiore, e del modern soul di Mine, in coppia con Drake?
si va dall'intenso pop elettronico di Pretty Hurts alla sinistra Haunted, affascinante stream of consciousness cupo e minimale; dalla sensuale Drunk in Love, in coppia col marito Jay-Z, alla maliziosa e insolente Blow, gioiello dance-funky-soul firmato con Pharrell e Timbaland; passando, tra le altre, alla monumentale Partition, forse la più sorprendente, in cui Miss Carter si produce in un efficace rap su un tappeto ritmico dancehall. e che dire di Rocket, conturbante e incantevole soul di scuola Prince scritto per lei dal talentuoso Miguel, della già citata ***Flawless, che ricorda le migliori Destiny's Child ma con una grinta ancora maggiore, e del modern soul di Mine, in coppia con Drake?
ma sono due i veri capolavori dell'album: l'inno pop arioso e colorato di XO (giustamente definito, altrove, il brano che i Coldplay - con la loro attitudine riempistadio - sognano di scrivere da sempre), che sprizza good vibes e gioia di vivere da ogni poro, una delle poche fonti di luce in una collezione di canzoni notturne e cupe, e la magica, misteriosa, meravigliosa Superpower, scritta e cantata in coppia con il vero prodigio del soul moderno, Frank Ocean, che infatti, con la complicità in sede di produzione dell'ormai ubiquo Pharrell, crea un tappeto sonoro al contempo classicissimo e moderno, su cui aleggiano i fantasmi dei grandi soul men del passato.
tanto ancora ci sarebbe da dire su questo album, espressione matura e consapevole del talento di una giovane donna che, pur potendo vivere di rendita dopo una carriera da campionessa, decide lodevolmente di continuare a esplorare e di mettersi in gioco, pur rischiando un rifiuto del suo pubblico.
pubblico che tuttavia non l'ha abbandonata, per ora, premiandone la sincerità e il coraggio, così come ha fatto la quasi totalità della critica musicale.
icona pop vivente. superstar planetaria. moglie. mamma. magnifica donna.
missione compiuta, B.
Applausi sonori!
RispondiEliminaUn grande saluto! Ti leggo, anche se commento raramente.
RispondiEliminaNausicaa prende tutto il mio tempo.
Grazie dei suggerimenti (e delle suggestioni) musicali.
@commy75 ti ho sgamata! la mia commy preferita! :-*
RispondiElimina@evita: quanto tempo! anche io ti leggo sempre. un bacione, anche alla tua piccola.