Ogni volta che fenomeni atmosferici come la neve, o la nebbia, irrompono nelle mie giornate torinesi tutte uguali, per me è sempre un'emozione.
Credo di aver capito che il motivo fondamentale sia la capacità, sia della neve che della nebbia, di ricoprire le cose nascondendole, o permettendomi di immaginarmele come io le vorrei.
La nebbia, per esempio, sfuma romanticamente i contorni, rende le luci fioche, mi fa sognare che laggiù, lontano, al posto di questa città - seppur bella - ci sia un luogo bellissimo, un luogo che domani, quando la nebbia si sarà alzata, vedrò in tutto il suo splendore. Una sorta di pacco regalo ancora da scartare, che promette meraviglie. Oppure mi fa fantasticare di essere in un fumoso bistrot, o in romantico ristorantino a lume di candela, dove chiacchierare e rilassarmi in buona compagnia.
Diverso è il discorso della neve. La prima cosa che adoro è la sua luce, bianca, abbagliante, un unico colore-non colore che non ammette titubanze e invade tutto con la sua bellezza. Il cielo, la terra, gli alberi, le case, tutti dello stesso colore. E poi la morbidezza, quella consistenza cotonosa che sembra fare da paraspigoli sulle cose affinché nessuno si faccia male. La sua capacità purificatrice, il suo magico potere di farci riscoprire tutti bambini, quando godevamo di tutto senza sovrastrutture e pensieri inquinanti. E, infine, la bellezza perfetta dei singoli fiocchi, tutti diversi e tutti architettonicamente definiti.
Stamattina, tornando a casa dal lavoro sotto i fiocchi fitti, mi divertivo come una bambina ad allungare la mano per raccoglierli e osservarli nella loro semplicità bellissima. Avevo freddo, rischiavo di scivolare a ogni passo, avevo i jeans inzuppati ma ero così felice.
Uh che belli i fiocchi. E che bello rivivere "senza pensieri inquinati", anche solo per il tempo di una nevicata. Grazie Sarina :)
RispondiEliminaGrazie a te kidultina :)
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