Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

mercoledì 2 novembre 2011

Occasione di festa numero 113.

(segue)

Con le menate pseudo-sociologiche sulle città pop vi ho già ammorbato altre volte (http://milleoccasionidifesta.blogspot.com/2011/10/occasione-di-festa-numero-111.html e http://milleoccasionidifesta.blogspot.com/2011/09/occasione-di-festa-numero-107.html). Ma adesso stop. Ritorno nella consueta modalità cialtrona. 
So let's talk about our mini-holiday in Montecarlo (entro già nel mood iperchic-modaiolo). 
vista dall'albergo Miramar (appunto)
Io e l'ingegnere alloggiamo in un piccolo albergo di Cap d'Ail, a un paio di km dalla capitale rivierasca. L'albergo si chiama Miramar, è semplice, pulito, e si vede pure il mare dalla finestra (nomen omen). La domenica pomeriggio siamo già al Principato. Il tempo è piuttosto nuvoloso, ma il caldo è di quelli agostani. Parcheggiamo in Boulevard Albert Premier e siamo già in pista. Prima cosa abnorme: i prezzi. Per un milkshake rachitico, 5 euro. 
discreto e modesto, il Lady Moura
Seconda cosa abnorme: gli yacht ancorati nel porto. Ce ne sono tanti, tantissimi, mai visti così tanti tutti insieme. Il Lady Moura è il più grande di tutti, e scopriamo essere dell'uomo d'affari saudita Nasser Al-Rashid, consigliere della famiglia reale. Uno schiaffo alla povertà che lévati. 
la vera nave era l'altra
C'è anche la Costa Pacifica, nave da crociera immensa. Il sonoro ceffone ci fa voltare dalla parte della montagna: lo skyline di Montecarlo è un tetris, condomini giganteschi superlussuosi incastrati gli uni negli altri a strappare roccia al promontorio - il Principato è lo stato a più alta densità del mondo, lo sapevate? -. 
tetris monegasco
Ci dirigiamo verso il Casinò, percorrendo Avenue d'Ostende: a destra, il mare e i ristorantini tischi toschi*a sinistra, l'Hotel Ermitage, le boutique dei designer italiani, la terrazza dell'Hotel de Paris. Ehi, ma in terrazza preparano un buffet spettacolare! Sì, vabbè, ma tanto per noi sarebbe accès interdit e poi che ci importa? Proseguiamo.
trova il Casinò
La piazza del Casinò ha un impatto notevole, nulla da dire: una bomboniera pulita e mondana che pare di essere in un sogno. Ti volti a sinistra: un'altra facciata dell'Hotel de Paris, sfarzosa e così parigina nella sua candida monumentalità. Al piano terra, il ristorante pluristellato di monsieur Alain Ducasse Louis XV e, accanto, la Salle Empire, che quella sera ospitava un affollatissimo aperitivo il cui più sgangherato partecipante potrebbe mantenere all life long me e almeno dieci generazioni successive. 
"tischi toschi" è un eufemismo
L'edificio che dà il nome alla piazza, con il suo inconfondibile stile Belle Epoque, compare alla destra ed è un vero gioiello di eleganza architettonica. Vista l'esperienza sanremese, è quasi inutile dirvi che abbiamo girato alla larga. Alla destra del Casinò, i tavolini del Café de Paris e, di fronte, una bellissima prospettiva di fontane e aiuole, in alternanza. 
eleganza senza tempo da YSL
Le vie adiacenti sono un tripudio di lusso e grandi firme. Il superlativo tris Cèline-Lanvin-Chanel da una parte, l'uno-due Dior-YSL dall'altra, vera quintessenza dello chic parigino, conquisterebbe anche il più scettico degli scettici. Questi misuratori di ricchezza vanno ad aggiungersi ad altri due: le automobili e le donne bellissime. Il paradiso di ogni maschio medio abitante sul pianeta Terra.
Questa abbondanza, questa perfezione fasulla ma ostentata non può che mettere a disagio due giovani squattrinati come noi, che infatti ci aggiriamo per le vie sfarzose come fossimo i protagonisti di un esperimento antropologico. 
la place du Casino by night
La cena viene pagata direttamente col sangue e ci impone, per riprenderci, una attività piacevole, prima di ritirarci nelle nostre stanze: session fotografica notturna con lo sfondo dello skyline di Monte Carlo che - va detto - col buio dà il meglio di sé (convengo con Cee Lo Green: Bright lights, bigger city).
è glamour pure il banchetto
Il lunedì è dedicato alla visita del Principato vero e proprio, e - pur con le dovute proporzioni - rispetto alla sera prima ci sembra di ritornare sulla Terra. Monaco è davvero un gioiellino, così pulita che sembra quasi profumata, è tutto in ordine è tutto in ordine (come direbbe Lorenzo), non c'è una facciata di palazzo che sia scrostata o che presenti una piccola, infinitesimale, fisiologica crepa. 
è tutto in ordine
Tutto è creato per offrire ai membri della dinastia reale il miglior surrogato di vita vera possibile, mondato però da ogni bruttura (e invece no: nelle onnipresenti foto della coppia principesca Alberto-Charlene l'infelicità di quest'ultima è plateale, quasi palpabile). Il panorama dalla rocca è notevole, tanto da far sembrare bello il tetris di palazzi e grattacieli, lambiti da sinistri nuvoloni. La gente è incantata dalla favola, oggi ancor più che in passato. Sbarra gli occhi, spalanca la bocca, guarda per aria.
con la testa per aria
E allora io e l'ingegnere cerchiamo a modo nostro di tornare coi piedi per terra. Prima la visita al museo oceanografico, sempre suggestivo, in cui una vasca piena di meduse ci ipnotizza ricordandoci la vera leggerezza. Poi una sosta per pranzare, dove mangiamo il panino meno caro - per gli standard monegaschi - e più buono, e dove l'ipercinetico cameriere poliglotta ci saluta dicendoci che it's nice avere clienti cool, relaxati, come noi.
e comunque hanno ragione loro
In definitiva, la due giorni monegasca ci ha visti provati e confusi, portandoci ad alcune conclusioni:
- non è bello ciò che è finto, dunque siccome nel Principato tutto è finto, ciò che sembra bello non lo è così come sembra (eh?).
- non si può pagare un milkshake 5 euro, un piatto di pennette al Roquefort 12 euro, 5 ore di parcheggio 12 euro e badate bene che non siamo andati al Casinò né in quei locali e ristoranti mostruosamente chic.
rimostranze
- in un'epoca in cui il sistema capitalistico sta evidentemente crollando (it's a matter of fact) un luogo come Montecarlo è anacronistico, spesso offensivo. A Montecarlo si paga tutto, e talvolta si ha l'impressione di dover pagare anche per il tramonto, o per la brezza marina. E' una bellezza che si sconta, in qualche modo; goderne, se non sei ricco, ti fa quasi sentire in colpa.
una sposa triste spunta qua e là
- la gente comune ha un disperato bisogno di sognare, soprattutto ora. Qui lo dimostra la presenza ubiqua di fotografie e cimeli della coppia principesca, versione moderna del mito di Cenerentola. E qui, più ancora che nell'Inghilterra di William e Kate, sembra di far parte del sogno (ammetto un cedimento di fronte al vestito da sposa di Charlene, esposto al Musée Océanographique).
ok, avete vinto
- siamo felici così, ci crediate o no. E questa piccola, comunque rinvigorente gita, ce l'ha fatto capire ancora di più.
... e soprattutto: se vintage dev'essere, rivoglio Albissola e Torre Pedrera!!!


sempre bello e virile anche con la mia borsa, l'ingegnere
cialtronaaaaa
* espressione spesso usata dall'ingegnere per indicare persone e/o luoghi particolarmente sofisticati e snob. Non so se sia solo palermitana o se venga usata in altre zone della Sicilia. Chiedo aiuto a Marta, la mia etimologista di fiducia, per scoprirne le origini :)

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