Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

venerdì 28 maggio 2010

Occasione di festa numero 24.

Oggi l'occasione di festa è che FINALMENTE mi hanno portato il mobile per lo sgabuzzino sicché FINALMENTE posso dare un ordine razionale a questa povera casetta ancora un po' caotica.
Occasione di festa un po' egoistica ma concedetemela, dato che converrete con me che tenere tutte le scarpe in due borsoni giganteschi non è proprio l'ideale.
Mettere le cose al proprio posto fa stare meglio, non negatelo. Sì, vabbè, il disordine creativo, tutte quelle robe lì sono pittoresche finché si è adolescenti, ma poi, ma poi quando siamo NOI che dobbiamo rimettere tutto a posto, e pulire, e spolverare, perché non c'è più la nostra adorabile mamma a fare tutto questo, allora diventa spasmodica la ricerca del posto delle cose, quella porzione di spazio in cui stipare letteralmente tutti gli ingombri. Tenere la casetta pulita dev'essere un piacere, non un obbligo, santificare la casa lustrandola dalla mattina alla sera è una follia, allora basta davvero poco, basta trovare una sistemazione razionale per tutte le nostre cosine, per far sì che a) il lavoro diminuisca e soprattutto b) ci resti molto più tempo per fare cose piacevoli, tra cui scrivere il caro blogghino.

giovedì 27 maggio 2010

Occasione di festa numero 23.

C'è questa ragazza che abita sotto casa dei miei. Ha qualche anno più di me, è sposata, ha due figli. Quando, due anni fa, sono stata male, lei un giorno mi incontrò e, vedendomi provata, mi chiese cosa avessi. E io le raccontai. Lei mi rivelò di aver avuto un problema simile quando era più giovane, e che per questo era rimasta in mutua per sei mesi. E che poi, rimanendo incinta, tutto era ritornato a posto. Nessuna psicoterapia, nessun percorso per guardarsi dentro.
Io stavo per iniziarlo, quel percorso, e dentro di me mi dissi: Sara, forse lei è più forte di te. Lei ce l'ha fatta da sola. Tu sei fragile. Tu sei debole.
Un paio di giorni fa, i miei mi raccontano che la ragazza sta male. Malissimo. E' dimagrita tanto, e ha raccontato a mia madre di essere caduta in una profondissima depressione dopo la nascita del secondo figlio. Non ha la forza di fare nulla, sta sempre da sua madre, non mangia. Il marito non sa più cosa fare.
Sono quasi certa che, in questi anni, non si sia mai fatta aiutare. Che abbia creduto che un evento esterno e comunemente considerato come gioioso, la nascita di un figlio, potesse risolvere i suoi conflitti e sanare le sue paure. Probabilmente lei stessa credeva di avere solo delle fisime, della tristezza senza importanza, qualcosa pronto ad andarsene così come era venuto.
Ma la depressione è una bestia, una scimmia, un avvoltoio appollaiato sulla tua spalla. Se ne sta lì, dorme, sta in silenzio. Però è lì, fa parte di te. Sei tu. Quel pezzettino di te ogni tanto si sveglia, e reclama tutta la tua attenzione. Lo fa con violenza, senza rispetto, prepotente e subdolo.
Ma, proprio perché è qualcosa che fa parte di te, solo tu puoi farla scomparire. In primis accettando che esiste. Poi, guardandola in faccia, la bestia. Ci vuole un coraggio, e ci vuole anche un aiuto. Qualificato. Una persona esterna ai nostri cari che ci guidi per mano nel percorso più duro della nostra vita. Che ci dia gli strumenti per riconoscerla, abbracciarla, capirla. E dolcemente accompagnarla fuori dalla nostra vita. Se la guardiamo sappiamo riconoscerla, e sappiamo cos'è che la fa svegliare. E cercheremo di evitare che si svegli di nuovo, o sapremo come affrontarla se proprio dovrà succedere.
Ma se questa forza, perché questa cari amici è la vera forza, non ce l'abbiamo, se pensiamo che questo non sia un grave problema, se pensiamo che gli eventi esterni, o i beni materiali, possano cacciarla via, pagheremo caro questo errore. Lei tornerà ad aggrapparsi alla nostra spalla, e si mangerà tutte le energie, l'entusiasmo. Ci farà lentamente morire dentro.
Se si sta male, BISOGNA chiedere aiuto. E la rinascita ci renderà migliori e più forti non perché gli altri sono deboli, ma perché noi, a loro differenza, quel nemico sappiamo riconoscerlo e affrontarlo. Ma occorre avere lo stomaco di fare tutto questo. Di sfatare tutta la superficialità e la mancanza di informazione che esiste sulla depressione.
C'è e va curata. Punto.
Uscirne è una meravigliosa occasione di festa.

martedì 25 maggio 2010

Occasione di festa numero 22.

Ohi ohi ohi quasi due mesi senza occasioni di festa... ! E cosa sarà successo?
Niente paura: ho soltanto cambiato casa.
Nel giro di un anno ho vissuto in tre case diverse: 1) quella dei miei genitori; 2) quella in via Lessona, la nostra prima casetta da conviventi, ammobiliata e in affitto, e infine 3) questa meravigliosa casetta a Collegno, finalmente una casa da cui nessuno può più mandarci via e in cui nessuno può più dirmi: hai finito di rompere i coglioni puttana bastarda (capita anche questo, purtroppo).
Il cambiamento è sempre e comunque una strepitosa occasione di festa, inverte le prospettive e ci fa ricominciare tutto da capo rimettendo in moto l'intelligenza e le energie.
Certo, stanca: e chi lo nega. Ma ci dà la possibilità miracolosa di trovare nuovi stimoli e svelare capacità sopite o mai scoperte dentro di noi.
Per quanto mi riguarda, spero che questo cambiamento così importante e ricco di significato sia per me un ulteriore passo di avvicinamento sulla strada della serenità.
Ma ora lasciatemi sfogare un po' e permettetemi di ammorbarvi con la descrizione di questo gioiellino collegnese che con tanta cura stiamo cercando di rendere accogliente e simpatico.
Quindi vi farò un elenco delle cose che mi piacciono tanto e di cui vorrei per un attimo pavoneggiarmi con voi.
1) Davanti alla nostra casa c'è un bellissimo miniparco con tanti giochi per i bimbi: ogni pomeriggio è un'accozzaglia di deliziosi frugoli urlanti che mi regalano occasioni di festa ogni volta che mi affaccio.
2) Abbiamo un giardino condominiale! E' veramente ben tenuto e curato, e, considerato che in tutti i condomini in cui ho vissuto c'era soltanto un tristissimo cortile con garage/officina annessa (Torino style)... Questo se non è l'Eden poco ci manca. Anvedi come siamo messi... noi gente di città.
3) La casetta ha due bellissimi balconi, dove si possono mettere sedie, tavolini e poltroncine sdraio... nonché un'innumerevole quantità di fiori e piante di ogni tipo!!!
4) La luce illumina l'appartamento per tutta la giornata, inondandolo di un sole bellissimo, ancora più bello quando si riflette nel legno a terra e nei colori caldi delle pareti.
5) Sugli alberi non si posano piccioni e cornacchie insalubri, ma bellissimi uccelli di cui vi farò vedere le foto appena ne avrò l'occasione. Questo è un buon sintomo, significa che l'aria è sufficientemente pulita, pur considerando che siamo comunque vicinissimi alla città.
6) Collegno è un paese vivibilissimo e a misura d'uomo: ci sono tante casette basse e zone residenziali ricche di verde, e le strade sono piene di giovani e di bambini. I servizi comunali, per quel che abbiamo visto finora, funzionano molto bene e sono infinitamente più accessibili al cittadino. Insomma siamo entusiasti.
7) Qui i tempi sono molto più umani: e c'è tanto silenzio.
8) La nostra casetta è bellissima: abbiamo colorato le pareti con tinte forti e luminose, che avessero per noi un preciso significato. Le tinte calde per accogliere, il verde mela per energizzare, il blu per rilassare. Abbiamo mantenuto il bellissimo palchetto del proprietario precedente perché ci piace l'idea che sia fatto di materia viva, imperfetta, scricchiolante, calda. Lo spazio non è tantissimo, ma è organizzato al centimetro, e molti mobili sono bianchi e lineari per illuminarlo e amplificarlo, e per contrastare i bellissimi colori sui muri. La cucina è grande e mi darà grandi soddisfazioni. E in bagno c'è una doccia gigantesca!
... E poi ci siamo noi due. E cosa più bella, al mondo, non c'è!