Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

martedì 31 dicembre 2013

#201. year-end list di un anno memorabile/2: gli album

io lo sapevo che una volta superato il 21 dicembre 2012 indenni sarebbero successe soltanto cose pazzesche.
e così è stato e, se devo parlare di musica come mi piace tanto fare, l'opulenza di questo 2013 per me fa il pari solamente con l'anno magico 1991 (per intenderci: quello di Achtung Baby e Out of Time, di Ten e Nevermind, del Black Album e di Blood Sugar Sex Magik).
solo gli anni ci diranno se gli album del 2013 rimarranno nel tempo come quelli appena citati. certamente stavolta è stato molto più difficile del solito stilare una classifica.
e allora ho deciso di scegliere solo dieci album, quelli per me più meritevoli di venire ricordati: i restanti, in realtà, li avete già conosciuti (e spero apprezzati) nella mia musica per i lunghi inverni, musica per (non) primavere bernesi e musica bella per cambidistagione avventurosi.

spero siate pronti per il viaggio. si parte.

10. Washed Out: Paracosm
la quintessenza musicale della coolness, delle buone vibrazioni, della vacanza a Ibiza a fare l'alba ballando e delle giornate pigre a raggiungere la spiaggia solo con il telo da mare buttato sulla spalla.
It All Feels Right dice la canzone che apre, ariosamente splendida, l'album del signor Washed Out. tutto è meraviglia, tutto è sospeso in una dimensione completamente avulsa dalla realtà, eppure risonante della musica della natura e della gioia di vivere.
è un viaggio, si direbbe usando un vocabolario psichedelico.
apre la mente, e fa il cuore più leggero.
particolarmente indicato per i lunghi, lunghissimi inverni freddi.


9. M.I.A: Matangi
l'attesissimo ritorno di una delle grandi signore della pop music (non per niente amatissima da lady Ciccone, LA signora della pop music) sorprende e non delude le aspettative: divertente e riflessivo in egual misura, ironico e spiazzante, ricco di energia ma anche - inaspettatamente - di efficaci aperture melodiche.
è l'album di una eterna teenager di quasi quarant'anni perennemente in lotta con se stessa: da un lato la dolcezza delle radici e della maternità, dall'altro la critica a un mondo, quello occidentale, di cui tuttavia utilizza mirabilmente i codici.
unica e impossibile da imitare, M.I.A è artista che, come pochi altri, attinge con la curiosità di un bambino a tutti gli stimoli che la circondano e li sa restituire con efficacia in forma personalissima, moderna e irriverente.
avvicinatevi senza timore: entrerà in loop nel vostro iPod.

8. Mikal Cronin: MCII
in un'epoca musicale che omaggia costantemente il passato l'album di Mikal Cronin, statunitense classe 1985, a un primo ascolto parrebbe l'ennesima riproposta in chiave grunge aggiornata agli anni Duemiladieci. ma, sorprendendosi ad ascoltarlo più e più volte, si scoprirà una solarità power pop, un gusto misurato e caldo per la melodia, un'assenza totale di rabbia e negatività che faranno scomparire d'un colpo tutti i fantasmi della cupa filosofia rock anni Novanta.
MCII è una boccata d'aria fresca, è nato per prendere residenza nel nostro autoradio, è stato pensato per farci sentire la vita più leggera pur usando massicciamente (e splendidamente, aggiungo) la chitarra elettrica.
sorprendente, delizioso, da scoprire e infine da amare.

7. HAIM: Days Are Gone
tre sorelle birbanti e talentuose possono ridarci speranza nelle band chitarra-basso-batteria? possono far convivere immediatezza, intelligenza, gusto, ironia? sì, possono, e ad assumersi questa responsabilità, in un'epoca dove pop significa leccare un martello oscillando su una palla da demolizione (rileggo questa frase e penso: oh, è successo davvero), sono le sorelline Haim, californiane nate tra l'86 e il 91, che cantano e suonano benissimo perfette pop songs sull'eterno tema dell'amore giovane.
senza nessuna pretesa se non quella di divertirsi a fare quello che sanno fare benissimo (scrivere canzoni, cantare, suonare) incantano per freschezza, semplicità, e per la naturalezza con cui fanno convivere pop music, chitarre e armonie vocali r'n'b.
non vergognatevene, mettete su questo album e vi garantisco che la sua adorabilità vi farà capitolare fin dalle prime note.

6. Woodkid: The Golden Age
inaspettato, conturbante e cinematico, pensato come corollario musicale di una storia per immagini, The Golden Age è stata la cosa più musicalmente incredibile che mi potesse capitare in un periodo di traslochi, studio matto e disperatissimo e tentativi più o meno riusciti di integrazione.
la corsa disperata e marziale di Run Boy Run ha letteralmente dato la carica alla cialtrona che vi scrive con la potenza di un uragano, permettendo all'intero album di Yoann Lemoine di insinuarsi nelle mie giornate e di riempire spazi di stanchezza.
come Hurry Up, We're Dreaming due anni fa, anche questo album parla della forza e della capacità di sognare, nonostante il mondo tutto intorno sembrerebbe suggerire il contrario.
ispira e fa volare alti: se siete in un periodo di cambiamenti e avete bisogno di compagnia, questo è l'ascolto che fa per voi.

5. Disclosure: Settle
ci sono anni in cui stai fermo, e anche il mondo che ti circonda sembra rispettare questa immobilità. gli ultimi anni della mia vita sono stati esattamente questo: inchiodati, avviliti, chiusi.
poi succede qualcosa, ci si rimette finalmente in moto e tutto sembra seguire questa logica, persino la musica che gira intorno: ed è stato infatti, il 2013, l'anno del trionfo della musica da ballo, rimasticata e reinterpretata da tutte le angolazioni e guardando a tutte le epoche della sua grandezza.
i Disclosure, due fratellini inglesi poco più che ventenni ma con le idee chiarissime, sono partiti dalla grande lezione della house degli anni Novanta per approdare al territorio modernissimo della pop music imbastardita, resa ancora più preziosa da collaborazioni eccellenti e mai fini a se stesse.
talento puro e capacità di popolare le piste pur rispettando i principi della melodia: solo in pochi ci riescono, e dei piccoli fratelli Lawrence garantisco che sentiremo parlare ancora a lungo.

4. James Blake: Overgrown
James Blake possiede una meravigliosa dote: la naturalezza della complessità. le sue canzoni sono stratificate, superprodotte, costruite minuziosamente, eppure nella resa finale appaiono esattamente come dovrebbero essere, come se cioè fossero nate in natura proprio in quel modo.
a differenza del precedente, omonimo album, che rivelò al mondo il prodigioso talento del venticinquenne inglese, Overgrown mostra le potenzialità future del pop, del soul e della dance in un'epoca musicale di continui riferimenti al passato. cosa potrebbero diventare.
la sua capacità di decostruire i singoli brani, di isolarne gli elementi moltiplicandoli o distorcendoli, rappresenta il tentativo, riuscitissimo, di trovare nuovi codici per la forma-canzone, pur utilizzando stili e temi che tutti conosciamo.
laddove il predecessore peccava di eccesso di freddezza e scarsa intelligibilità, qui Blake raggiunge la perfetta sintesi tra sperimentazione di nuovi linguaggi e accessibilità della melodia.
non solo: l'atmosfera notturna e sensuale che permea tutta l'opera rende finalmente la musica di James Blake umana e palpitante. non perdetevelo.

3. Daft Punk: Random Access Memories
l'album più atteso e discusso dell'anno, ammettiamolo, è stato proprio RAM. ed è stata una cosa enorme, pensata fin nei minimi particolari, un trionfo prima di tutto di marketing e promozione e, una volta potuto assaporare anche musicalmente, un miracoloso omaggio alla storia della musica da intrattenimento. miracoloso perché i Daft Punk si sono voluti circondare dei loro piccoli e grandi miti pop e hanno lasciato a loro il compito di impreziosire questo monstrum divertentissimo, emozionante e permeato da un tenero sentimento di nostalgia.
dimenticate i pionieri del primo, stratosferico album Homework: il genio e la capacità di pensare il futuro erano là. qui c'è la precisa e ferma volontà di concepire un album interamente suonato dai migliori musicisti in circolazione. un album che non inventa nulla, ma che rifà al meglio quello che già è stato fatto, portandolo a vette altissime.
se a metà degli anni Novanta il duo francese non suonava nemmeno una nota, facendosi aiutare dalle macchine (l'immaginario robotico fa parte della fortuna e della riconoscibilità dei Daft Punk) e preannunciando dunque la sinteticità del pop moderno, qui l'atto veramente sovversivo è give life back to music. suonarla dalla prima all'ultima nota.
missione compiuta, anche questa volta.

2. Arcade Fire: Reflektor
in termini di hype e di anticipazioni, quest'anno solo gli Arcade Fire sono stati secondi ai Daft Punk. e, come nel caso del duo francese, le grandi aspettative non sono state minimamente deluse.
che vi piacciano o meno, qui stiamo parlando di band che stanno facendo la storia della pop music in senso lato, della musica moderna direbbe il nostro Fossati, e lo fanno in un modo molto simile: utilizzando i codici dell'intrattenimento, della canzone popolare (sempre lui).
seppur conosciuti spesso, loro malgrado, per la mancanza di sense of humour e la grande ambizione, gli Arcade Fire sono realmente una grande band, probabilmente l'ultima rimasta a saper coniugare la popolarità alla capacità di sperimentare e reinventarsi (mi vengono in mente gli U2 di Achtung Baby e gli R.E.M. di Monster).
e allora ben venga il loro personale omaggio alla musica da ballo, splendidamente sintetizzato nel singolo di apertura Reflektor, una sorprendente suite di ben 7 minuti che ospita nientemeno che David Bowie e che ha nell'arrangiamento il suo enorme punto di forza.
i ritmi caraibici, l'Italo disco (sì!), Michael Jackson, la dance anni Ottanta, il glam, il rock'n'roll, lo space pop, le armonie beatlesiane: troppa carne al fuoco? assolutamente no, se si ha la capacità di far sembrare tutto organico e definito e se, nel frattempo, ci si diverte pure.
bentornati.

1. Janelle MonáeThe Electric Lady
ovvero: l'album col titolo più bello del mondo.
in prima posizione, e staccando di molte lunghezze i secondi e i terzi classificati, ecco Janelle, l'essere alieno venuto da chissà quale mondo a incantare con la sua naturale capacità di scrivere grandi canzoni. no, non sto esagerando: andatevi a vedere un bel po' di year-end lists di gente meno cialtrona di me e la troverete. sempre.
perché The Electric Lady è non solo un ascolto piacevolissimo e ispirato: è un inno alla grandezza del genere femminile.
a partire da colei che ha composto questo piccolo capolavoro di pop music, una piccola grande donna con un innato senso dello stile che non ha paura di pensare in grande e, senza avere alle spalle una grande casa discografica, riesce nell'intento di mettere insieme monumenti della black music come Prince ed Erykah Badu ma anche nuove, grandi realtà come Solange Knowles, Miguel, Esperanza Spalding.
e tutti sembrano remare nella stessa direzione: concepire un album che, utilizzando tutti i principali codici della pop music (dal funk al soul, dal rock'n'roll alla dance, dall'r'n'b al jazz, dal pop puro alla musica da cinema) crea un insieme organico al servizio della narrazione delle vicende dell'androide Cindi Mayweather che qui però, a differenza del precedente album The ArchAndroid, mostra la sua natura più fragile e tormentata - e poeticamente più interessante - lasciando il campo alle tematiche universali dell'amore, della libertà, dell'autodeterminazione, della religione, dell'emarginazione, del genere sessuale.
un album per spiriti indomiti che non hanno paura di pensare in grande: sinceramente mi sembra il miglior augurio per l'anno che sta iniziando.

grazie per avermi letto fino a qui... e che il 2014 ci regali altrettante godibilissime avventure musicali.

buon anno a tutti!

martedì 24 dicembre 2013

#200. una letterina per Babbo Natale


caro Babbo Natale, 
innanzitutto ciao! sono felice di scriverti da un posticino accogliente e caldo come la mia nuova casetta bernese.
quest'anno sono stata decisamente una brava bambina.
di più: una bambina bravissima.
ho preso in mano la mia vita, sono diventata sempre più autonoma, ho sconfitto tante paure, sempre una alla volta per carità, insomma sto diventando finalmente adulta come ho sempre desiderato.
ora ti elenco concretamente i motivi per cui ti dovrai sentire in obbligo a esaudire ogni mia più piccola richiesta. inizio.
1. in tre mesi ho fatto due traslochi.
2. ho studiato tantissimo per arrivare a un livello quantomeno decente di tedesco (e ancora dovrò studiare molto: sappilo) e ho migliorato notevolmente il mio livello di inglese e di francese.
3. mi sono sposata.
4. ho avuto il permesso di soggiorno.
5. in tutto questo caos, sono anche riuscita a lavorare per un bel po'.
6. ho fatto sterilizzare la mia piccola Amelie, e tuttora mi sento terribilmente in colpa per questo (leggi: bisogno di coccole e carezzine per l'ego, sia per lei che per me).
7. ho visitato Art Basel.
8. sono stata al Montreux Jazz Festival.
9. ho visitato moltissimi posticini svizzeri: Lucerna, Zurigo, Basilea, Thun, Interlaken, l'Oberland Bernese, Gruyères, Neuchatel... e ancora non abbiamo inaugurato la stagione invernale. che si sappia: la Svizzera è bellissima (la mia preferita? Zurigo).
10. ho provato molta nostalgia, ma ho imparato a stare da sola.
11. ho avuto tanti piccoli problemi di salute che hanno abbassato non poco la qualità della mia vita, ma sono qui: you're gonna hear me roar.
12. nonostante i punti 10 e 11, non ho avuto crisi d'ansia o periodi di depressione.
13. ho fatto pace con molti ricordi, ho scritto tantissimo, ho cominciato persino a sentire nostalgia di Torino (non di tutto, però: mi mancano le lunghissime passeggiate in corso Vittorio verso il Po, i dopocena al Berlicabarbis, la mia adorata crèpe Biancolatte all'Allanté, le buone cene a chiacchierare con gli amici, l'ariosità dei suoi viali, i suoi portici, i mille eventi che scandiscono, quasi come feste comandate, i dodici mesi dell'anno: il Salone del Libro, il mese dell'arte contemporanea, il Salone del Gusto, Settembre Musica, Torino Spiritualità, le sagre alla fine dell'estate, solo per citare i primi che mi vengono in mente)
14. ho ascoltato (e scritto di) una infinità di musica.
15. ho imparato a fare i milanesini.


ora: questi sono i motivi fondamentali per cui ti dovrai impegnare moltissimo a far sì che io continui a credere in te, perché in te ci credo, tu sei magia, tu sei il motivo per cui in questo periodo sopporto le camminate a 8 gradi sotto lo zero per arrivare fino in centro, tu sei la ragione per la quale casa mia è piena di gingilli e decorazioni rosse e dorate e candele in un numero tale che il sensibile ingegnere ha parlato di mausoleo (forse ho effettivamente esagerato).
adesso esprimo i miei legittimi desideri. la mia wishlist.

1. ti prego: instilla nella mia materia grigia quel guizzo che mi farà giungere a un livello di autonomia totale in lingua tedesca. è importante, perché il mio desiderio più grande è di integrarmi. io mi impegno tanto, ma a volte non basta. e poi sono vecchia, sempre più vecchia, e ho studiato decisamente troppo negli anni precedenti della mia vita. ti ricordo che, ai tempi, lessi Guerra e Pace in due mesi. i miei neuroni sono bruciati: abbi pietà di me.

2. la mia salute! sono poco pochino preoccupata. è vero, mi sono trascurata non poco. è vero, mi sono letteralmente spezzata la schiena. è vero, spesso le cose da fare toglievano il tempo da dedicare a me stessa. ma fai che quella cosa lì che sai tu vada bene bene bene, perché io già mi sto cagando un pochino addosso (eh, altra espressione che rendesse l'idea non c'era).
3. me stessa in senso lato: ho bisogno di tornare a ruggire, ha ragione Katy Perry (ho detto questa cosa? l'ho detta davvero?)! ora che mi sono data tanto da fare per migliorare la mia vita, la nostra vita, sento la forza e la necessità di tornare a essere quella che sono davvero, a esprimermi per ciò che so fare, a darmi l'importanza che merito. forza, un piccolo aiuto!
4. un viaggio: ti prego almeno un viaggio epocale. la Svizzera è bella, ma è piccola. ci vogliono esperienze che facciano il pari con la fatica mostruosa che stiamo facendo.
5. la serenità: ci sto lavorando tanto, ma a volte le paure sono ostacoli insormontabili e prevale lo scoraggiamento. vorrei che questi momenti siano sempre di meno, che scompaiano una volta per tutte dalla mia vita.

questa era la wishlist difficilissima. lo so, è tosta, ti sto chiedendo molto. ma le richieste sono commisurate all'impegno che ci sto mettendo. sono stata al palo troppi anni, per troppi anni sono stata triste, per troppi anni ho avuto le mani legate.
ho avuto la forza di cambiare la mia vita. ora sarebbe bello un piccolo aiuto.
perché la felicità si costruisce! lamentarsi non serve. ci vuole la forza di reagire. 

[e, a questo proposito, permettetemi una piccola riflessione.

noi non siamo scappati: leggo, più spesso di quanto vorrei, che per molti andare all'estero è una sconfitta, che bisogna rimanere per combattere. e io rispondo a queste persone dicendo che la nostra parte l'abbiamo fatta, per diversi anni: ma la vita ci stava passando sotto il naso e in mano non avevamo nulla. eravamo infelici, avevamo sempre bisogno dell'aiuto dei genitori. volevamo sposarci, volevamo che gli anni di studio avessero un senso, volevamo una famiglia nostra: in Italia, in questa Italia, non era (non è) possibile. abbiamo provato a immaginare un futuro: non ci siamo riusciti. e credeteci, stare lontano dal proprio Paese è una delle più miserabili ingiustizie che esistano. pensate dunque al nostro stato d'animo quando abbiamo dovuto fare una scelta simile. quando ci avete pensato, ripensateci altre dieci volte. venti, se non basta.]


e ora, come da tradizione, ti invito a fare bella figura con la solita wishlist semplicemente ridicola:

1. materialisticamente parlando, gli UGG Boots qui a Berna non sono un lusso: sono una necessità. provvedi subito.
2. va bene la nebbia ghiacciata, va bene la pioggia gelata, va bene anche la neve che non si scioglie mai ma per favore fammi uscire gli orsi dalla fossa del Barengraben, perché ultimamente mi sento sola e quando scendo in centro e non li vedo mi prende la saudade.
3. fa' sì che le taglie di reggiseni svizzeri continuino a essere sfasate rispetto all'Italia così io continuerò a vivere nell'illusione di avere una terza abbondante.
4. ti prego: fai in modo che il cagnolino e il gattone bianco che fanno compagnia al dolcissimo clochard che sta di fronte a Globus vivano il più a lungo possibile. ci conto.
5. a proposito di gattoni: fai vivere la mitica Chiquita, il micio mascotte del nostro quartiere, lo scottish fold più ciccione del mondo felino, almeno altri dieci anni, permettendole così di entrare nel Guinness dei Primati (adesso ne ha 22: come faccio senza vederla accicciolata sulla sua poltroncina da giardino quando passo? e il suo padrone anzianissimo e rigolo, come dice la parrucchiera, come farebbe senza di lei?)
6. e a proposito di parrucchieri (svizzeri): infondi la scienza tricologica nelle loro menti perché non sanno tenere la spazzola in mano.
7. dacci la forza di mettere le tende nelle stanze perché l'impresa si sta rivelando titanica e io non voglio che i nostri dirimpettai sappiano appunto che porto la terza abbondante.
8. rendi afona per un po' la signora Connelly del piano di sotto perché io non ne posso più di sentir violentata la pop music degli anni Duemila (che già, beh). ebbasta.
9. dammi la possibilità di avere un incontro ravvicinato con una mucca svizzera perché io le adoro, sono animali stupendissimi!!! (momento di entusiasmo adolescenziale)
10. parliamo di latte e i suoi derivati? fammi passare un poco questa maledetta intolleranza. io voglio provare la crème de la Gruyère con le meringhe. le meringhe da sole fanno tristezza.

grazie Babbo e tanti auguri a tutti noi. 

lunedì 23 dicembre 2013

#199. year-end list di un anno memorabile/1: le canzoni

amiche e amici del blogghino, è inutile che ci giriamo attorno: il 2013 è stato un anno generoso non solo per quanto riguarda gli album, ma anche per le canzoni, bellissime, che ci ha regalato dall'inizio alla fine.
e quando dico alla fine mi riferisco a quel piccolo prodigio di Beyoncé che si chiama XO, uscito appena qualche giorno fa e che, per me, dovrebbe essere portato a esempio di perfetta pop song negli anni a venire. non la troverete in classifica soltanto per questo: è uscita troppo tardi.
fatta questa premessa, ve ne faccio un'altra.
quest'anno troverete non una bensì due classifiche: una costituita dalle mie canzoni preferite in assoluto, l'altra dalle migliori canzoni pop che abbiamo avuto la fortuna di ascoltare alla radio.
noterete che la prima posizione è condivisa da entrambe le classifiche: e questo significa che è stato davvero un anno di grande musica, per chi la ama follemente come me e per chi la lascia sullo sfondo, come svogliata colonna sonora delle sue giornate.

buon viaggio.

BEST OF POP 2013

10. Justin Timberlake: Suit and Tie (feat. Jay-Z)
cosa vuoi dire a una canzone che trasuda classe e attitude dalla prima all'ultima nota, persino nell'abusato e spesso banale featuring rap?
http://www.youtube.com/watch?v=IsUsVbTj2AY

9. Britney Spears: Work Bitch
ritorno in grande stile per Britney, che mette giù un beat potentissimo con una quantomai appropriata sferzata di ironia. non sarà una grande cantante, ma funziona alla grande e poi a me sta pure tanto simpatica.
http://www.youtube.com/watch?v=pt8VYOfr8To

8. KeSha: Crazy Kids
la regina delle cialtrone pop sa anche scrivere ottime canzoni, e l'ha dimostrato col suo godibilissimo album Warrior (di cui vi ho anche parlato). il ritornello di questa canzone è semplicemente perfetto, che altro dire.
http://www.youtube.com/watch?v=xdeFB7I0YH4

7. Pharrell Williams: Happy
è stato il suo anno: ovunque abbia messo lo zampino, è stato un successo. e così persino il suo ritorno da solista è una canzoncina deliziosa e spensierata dalle armonie sixties che proprio non ne vuole sapere di uscire dalla testa. e il video che dura 24 ore, ve lo sarete mica perso?
http://www.youtube.com/watch?v=y6Sxv-sUYtM

6. Macklemore & Ryan Lewis: Can't Hold Us (feat. Ray Dalton)
ritmo, flow, melodia perfetta, persino un coro gospel e quell'attitudine motivational che amo: quando una semplice canzone ti mette voglia di alzarti e uscire di casa ha già svolto egregiamente il suo compito.
http://www.youtube.com/watch?v=2zNSgSzhBfM

5. Robin Thicke: Blurred Lines (feat. Pharrell & T.I.)
certamente non originalissima, ma magicamente in bilico tra sensualità e ironia, è stata la canzone che, assieme a Get Lucky, si è sentita ovunque, in qualunque contesto, conquistando tutti. qualità pop, senza se e senza ma.
http://www.youtube.com/watch?v=yyDUC1LUXSU

4. Katy Perry: Roar
spiace per Applause di Lady GaGa, improvvidamente messa in competizione con questo mastodonte pop: non avrebbe mai potuto spuntarla. perché il comeback single di Katy è un monumento alla fiducia in se stessi e un invito irresistibile a ruggire, e più i tempi si fanno duri più ci piace sentircelo dire.
http://www.youtube.com/watch?v=CevxZvSJLk8

3. Bruno Mars: Locked Out of Heaven
uscito in realtà alla fine del 2012, ha però dominato gran parte della prima metà di quest'anno: un omaggio nemmeno troppo nascosto ai Police da parte uno dei più talentuosi cantautori pop della sua generazione. il brano, paradossalmente, perde forza e si banalizza solo nel ritornello, ma è semplicemente perfetto nel resto del tempo.
http://www.youtube.com/watch?v=e-fA-gBCkj0

2. Lady GaGa & R Kelly: Do What U Want
in molti, me compresa, hanno pensato che il primo singolo di GaGa, Applause, fosse un deludente flop. poi, ascoltando l'album, spunta questa gemma, il duetto fantastico di due grandi voci che si inseguono, flirtano, sembra quasi di vederli mordersi. roba che scotta tantissimo per un pezzo che, a furor di popolo, è diventato il singolo di punta di ARTPOP e promette di risollevarne le sorti commerciali. imperdibile.
http://www.youtube.com/watch?v=HgaWc3vxOhE

1. Daft Punk: Get Lucky
la canzone ubiqua, la somma di mille canzoni già sentite e già suonate, l'essenza assoluta della musica pop, che cattura attimi ineffabili, immortala la spensieratezza, fa da colonna sonora alle nostre giornate belle. i Daft Punk hanno compiuto il miracolo facendosi aiutare dalla magica chitarra di Neil Rodgers e dallo stile innato di Pharrell: un prodigioso dosaggio degli elementi che è giustamente piaciuto ovunque e a tutti.
http://www.youtube.com/watch?v=5NV6Rdv1a3I

THE BEST OF 2013

10. MGMT: Your Life is a Lie
una cosa così scombinata e imprevedibile che mi è piaciuta subito. perché, nonostante l'improbabilità di tutto l'insieme, la canzone non solo funziona (testo, musica, messaggio, video) ma entra in testa. io non l'ho ancora capito, come hanno fatto.
http://www.youtube.com/watch?v=Cye-1RP5jso

9. HAIM: Falling
io dico, potevano mancare le sorelline Haim, dopo che ve ne ho parlato entusiasta fino allo sfinimento? assolutamente no, e infatti, tra tutti i gioiellini del loro album Days Are Gone brilla questo brano dall'ossatura eighties pop ma dalle armonie vocali deliziosamente debitrici dei grandi gruppi femminili r'n'b. l'orecchiabilità totale completa il cerchio. non per ripetermi, ma che brave.
http://www.youtube.com/watch?v=AIjVpRAXK18

8. Phosphorescent: Song for Zula
parte piano, pianissimo, come una storia d'amore che cresce col tempo. minimale ma così intensa, la voce country di Matthew Houck ci invita ad abbandonarci alle emozioni semplici ma straordinariamente efficaci di un brano che fa della classicità senza tempo il suo punto di forza. un incantesimo di dolce potenza, che ci impone una pausa per sognare. magica.
http://www.youtube.com/watch?v=ZPxQYhGpdvg

7. Autre Ne Veut: Play by Play
col suo album di debutto Anxiety Autre Ne Veut, nome dietro il quale si cela l'americano Arthur Ashin, compie un'interessante operazione di riscrittura delle coordinate del soul e dell'r'n'b moderno. il miglior episodio dell'opera è questa splendida Play by Play, costruita su una trama complessa di effetti sonori e ritmiche sincopate che parte in sordina per sfociare nell'esplosione quasi gospel del finale. ipnotica e sensuale, da ascoltare in loop.
http://www.youtube.com/watch?v=j9uE46sMugw

6. Woodkid: Run Boy Run
nel novero delle canzoni del filone motivational spicca su tutte questa progressione marziale firmata dal filmmaker e cantautore Yoann Lemoine, che col suo album The Golden Age soprende per la sicurezza e la solidità di visione dell'insieme. Run Boy Run è un invito alla corsa ma non per fuggire, bensì per salvarsi, e la trama ritmica è così ben costruita da farci venire voglia di ascoltare quelle parole e iniziare a correre. rinfrancante, muscolare, coraggioso.
http://www.youtube.com/watch?v=lmc21V-zBq0

5. Janelle Monae: Electric Lady (feat. Solange Knowles)
girl power aggiornato al 2013: due delle migliori voci r'n'b in circolazione uniscono le forze per questo inno irresistibile alla splendida figura femminile dell'androide Cindi Mayweather, una electro, sophisti-, funky lady che in realtà rappresenta un po' tutte le donne risolute ma di classe, autonome ma appassionate. un po' Giovanna d'Arco un po' Mia Farrow, come dice altrove il testo. e la musica? un funk dalle irresistibili armonie pop da cantare a gola spiegata. empowering.
http://www.youtube.com/watch?v=TOui_ftQkVE

4. Disclosure: When a Fire Starts to Burn
te ne stai lì tranquillo a fare le tue cose, poi casualmente parte questa canzone, non si sa da dove, e il mondo diventa improvvisamente una pista da ballo e un fuoco comincia a bruciare per davvero.
non sto esagerando, questo è l'effetto dirompente e adrenalinico del miglior pezzo dance dell'anno.
costruito sul campionamento del sermone di un predicatore, smuove muscoli e cervello in egual misura, lasciandoci furiosamente frastornati alla fine dell'ultima nota. se nel 2013 si può ancora dire lo dico: bombastico.
http://www.youtube.com/watch?v=4nsKDJlpUbA

3. Arcade Fire: Reflektor
7 minuti di gioia pura per chi ama la musica, ricchi di invenzioni, rimandi, omaggi, cambi di registro, con un cameo memorabile di David Bowie che tenta di essere discreto senza riuscirci e un giro di piano Italo disco che quasi mi ha commosso (dal minuto 6 in avanti: lo sapete che, per qualche strana ragione, sono innamorata di questo genere musicale). sono sempre loro, la migliore rock band in circolazione, eppure sono diversi, e il fatto di muovere il piedino a tempo vorrà pur dire qualcosa.
nota di merito per il bellissimo arrangiamento (ma il sax, lo sentite? è l'arma nascosta).
http://www.youtube.com/watch?v=7E0fVfectDo

2. James Blake: Retrograde
la canzone più notturna e conturbante dell'anno, costruita su una armonia semplicemente meravigliosa che si avvolge su se stessa, vola alto per poi ripiombare nell'abisso di note bassissime, sovrapponendo diverse tracce vocali che dialogano tra loro in un confronto serrato. e poi l'esplosione emotiva del ritornello, davvero uno dei più belli che abbia mai sentito. James Blake è un talento, e se vi siete persi questo gioiello (per qualche bizzarra ragione che non voglio conoscere) siete ancora in tempo per rimediare.
http://www.youtube.com/watch?v=6p6PcFFUm5I

1. Daft Punk: Get Lucky
che faccio, mi ripeto? canzone dell'anno per tutti, e basta.
http://www.youtube.com/watch?v=5NV6Rdv1a3I

stay tuned per i migliori album dell'anno.

venerdì 20 dicembre 2013

#198. playlist-cadeau n.10: Sara's best of 2013!

amiche e amici del blogghino,
siamo arrivati all'ultima casellina di questo immaginario calendario dell'avvento musicale.
dieci pacchettini-playlist che con tanta cura e amore ho voluto selezionare per voi, regalandovi (spero) ogni giorno mezz'ora di svago e spensieratezza.
mi piacerebbe sapere se avete gradito, i feedback per un blogger sono importanti e fanno sempre molto piacere.
ovviamente oggi chiudiamo in bellezza con la playlist che raccoglie il meglio - per chi scrive - delle canzoni uscite in questo bellissimo 2013: dagli adrenalici Disclosure alla geniale Janelle Monae, dal sensuale Autre Ne Veut al marziale Woodkid, dagli ormai classici Arcade Fire al conturbante James Blake che chiude in assoluta bellezza.
buon ascolto con l'augurio di un altro anno di musica così.

ps: vi ricordo sempre che su http://www.spreaker.com/user/saragiorgia potete recuperare tutte le dieci playlist e, se vi sono piaciute, anche scaricarle.

tracklist:

1. Disclosure: When a Fire Starts to Burn
2. Janelle Monae: Electric Lady (feat. Solange)
3. Autre Ne Veut: Play by Play
4. Woodkid: Run Boy Run
5. Arcade Fire: Reflektor
6. James Blake: Retrograde


giovedì 19 dicembre 2013

#197. playlist-cadeau n.9: best of pop 2013

amiche e amici del blogghino,
i giorni sono letteralmente volati e così anche le mie playlist (spero non dalle vostre finestre), dunque oggi usciamo dalla comfort zone dei ricordi, dei riepiloghi delle decadi passate, per immergerci completamente nel presente e riascoltarci il meglio che questo opulento 2013 ha saputo regalarci. partiamo con la selezione del miglior pop radiofonico dell'anno, che ha davvero raggiunto vette altissime nei suoi momenti migliori. io ho cercato di raggrupparli in questa playlist, lasciando indietro per motivi di minutaggio altre piccole gemme.
dunque buon ascolto e a domani.

tracklist:

1. Daft Punk: Get Lucky
2. Lady GaGa: Do What U Want (feat. R Kelly)
3. Bruno Mars: Locked Out of Heaven
4. Katy Perry: Roar
5. Robin Thicke: Blurred Lines (feat. Pharrell & T.I.)
6. Macklemore & Ryan Lewis: Can't Hold Us (feat. Ray Dalton)
7. Pharrell Williams: Happy

mercoledì 18 dicembre 2013

#196. playlist-cadeau n.8: my 2000s

amiche e amici del blogghino,
siamo arrivati alla playlist numero 8 e già ho un po' di nostalgia.
eh sì, perché mi sto divertendo tanto a condividere con voi i miei ricordi musicali!
stavolta, però, è stata dura: gli anni Duemila, musicalmente, e non solo per me, sono stati un mezzo disastro e andare a setacciarli in cerca di qualche pietra preziosa non è stato semplice.
come potete vedere, però, qualcosa ho trovato.
nell'augurio che una decade come quella non si ripeta più (e non solo musicalmente) ecco a voi la mia selezione.
buon ascolto e a domani.

tracklist:

1. Scissor Sisters: I Don't Feel Like Dancin'
2. Groove Armada: My Friend
3. Kelis: Trick Me
4. Gossip: Heavy Cross
5. Katie Melua: Nine Million Bicycles
6. Nelly Furtado: Maneater
7. Coldplay: Fix You

martedì 17 dicembre 2013

#195. playlist-cadeau n.7: my 90s

amiche e amici del blogghino,
la playlist di questa sera va a toccare le corde più nascoste della mia anima.
non è retorica: qui parliamo della mia adolescenza, del periodo in cui è nato il grunge, e poi il britpop, e tutta una serie infinita di altre cose musicali che, al solo nominarle, scatenano in me una tempesta di ricordi.
ve lo anticipo: la selezione è stata difficilissima, lo spazio troppo limitato.
ma alla fine ascolterete quello che per me è stato davvero il meglio, la mia personale madeleine adolescenziale.
spero di far sussultare un po' di cuoricini di voi, ragazzini degli anni Ottanta (e fine Settanta, come me). la chiusura è tutta per noi, tenere e goffe teenager degli anni Novanta ora splendide consapevoli donne.
buon ascolto e a domani.

tracklist:

1. Blur: Song 2
2. Counting Crows: Mr. Jones
3. Oasis: Wonderwall
4. Alice in Chains: Would?
5. The Chemical Brothers feat. Noel Gallagher: Let Forever Be
6. Suede: Beautiful Ones
7. The Verve: Lucky Man
8. No Doubt: Just a Girl

lunedì 16 dicembre 2013

#194. playlist-cadeau n.6: my 80s

amiche e amici del blogghino,
i giorni volano e siamo già arrivati al mio sesto regalo di Natale per voi.
questa volta ci immergiamo nei controversi anni Ottanta, ma col mio sguardo: e quindi ascolterete grandi classici, one hit wonders e una adorabile cialtronata finale che potete considerare come il mio tocco personale.
vi auguro buon ascolto come sempre e a domani.

tracklist:

1. Bangles: Manic Monday
2. Duran Duran: Save a Prayer
3. Talk Talk: Such a Shame
4. Sandra: Maria Magdalena
5. Kim Wilde: You Keep Me Hangin' On
6. Cyndi Lauper: The Goonies 'R' Good Enough
7. Jovanotti: Gimme Five

domenica 15 dicembre 2013

#193. playlist-cadeau n.5: rock'n'roll.

amiche e amici del blogghino,
questa playlist è decisamente la mia preferita. perché - lo sapete - io adoro il rock'n'roll! perché è energia, è liberazione, è movimento, è sensualità e può anche essere lo sfogo salutare di una rabbia trattenuta o di un dolore represso.
ovviamente la selezione è mia, dunque troverete artisti che amo, con una particolare predilezione per alcuni eroi del grunge direttamente dagli anni Novanta, e poi alcune chicche che spero di essere proprio io a farvi scoprire.
allora buon ascolto e a domani (e scusate per l'assenza di ieri... le cenette natalizie con gli amici hanno sempre la priorità).

tracklist:

1. The Black Keys: Lonely Boy
2. Interpol: Slow Hands
3. Screaming Trees: Nearly Lost You
4. Lenny Kravitz: Are You Gonna Go My Way?
5. Pearl Jam: Even Flow
6. Primal Scream: Rocks
7. Nirvana: Smells Like Teen Spirit

venerdì 13 dicembre 2013

#192. playlist-cadeau n.4: shake your booty!

amiche e amici del blogghino,
come dice qualcuno thank God it's Friday e allora il mood giusto è quello che ci impone, più che suggerire, di muoverci, smuoverci e, per l'appunto, scuotere il culetto.
ecco quindi per voi una selezione di sette brani degli ultimi vent'anni che, come minimo, vi faranno battere il piedino: con una mia debolezza personale, a chiudere la playlist, in omaggio alla amata spaghetti dance dei primi anni Novanta.
vi auguro buon ascolto e vi do appuntamento a domani.

tracklist:

1. C & C Music Factory: Gonna Make You Sweat
2. Duck Sauce: Barbra Streisand
3. Deee Lite: Groove is in the Heart
4. Armand Van Helden: You Don't Know Me
5. Laurent Wolf: No Stress
6. Michael Gray: The Weekend
7. FPI Project: Let's Go!

giovedì 12 dicembre 2013

#191. playlist-cadeau n.3: oldies but goldies

amiche e amici del blogghino,
è giovedì e come ogni giovedì l'atmosfera è quella del throwback: ma stavolta spero davvero di stupirvi.
vi inviterò infatti a guardare indietro ma con con nostalgia, bensì facendovi scoprire piccole gemme che forse non conoscevate.
si tratta di pezzi usciti nel periodo a cavallo tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli Ottanta, di autori per lo più sconosciuti che sapevano popolare i dance floor di tutto il mondo con classe e spesso ironia. insomma: one hit wonder coi fiocchi, suonate benissimo, arrangiate benissimo, caratterizzate da splendide aperture melodiche e refrain irresistibili.
non parlo più e lascio che siano loro a lasciarsi scoprire. e preparatevi a muovervi.
buon ascolto e a domani.

1. Oliver Cheatham: Get Down Saturday Night
2. Shalamar: A Night to Remember
3. Jerry Knight: Overnight Sensation
4. The Brothers Johnson: Stomp!
5.The O'Jays: Backstabbers
6. Main Ingredient: Happiness Is Just Around the Bend
7. Leon Haywood: Don't Push It Don't Force It


mercoledì 11 dicembre 2013

#190. playlist-cadeau n.2: xtra class

amiche e amici,
spero che la prima playlist sia stata di vostro gradimento!
dopo questa partenza potente, all female, ho pensato di rallentare decisamente il ritmo con una selezione di brani che io definisco magici: raffinati, sognanti, spesso sensuali, capaci da soli di creare un'atmosfera di gran classe.
non vi preannuncio troppo, dandovi solamente un consiglio: nel marasma delle vostre corse a ostacoli quotidiane, ritagliatevi mezz'ora di tempo solo per voi, chiudete gli occhi e ascoltate: poi fatemi sapere se sono riuscita nel mio intento.
buon ascolto e a domani.
NOTA BENE. vi ricordo una cosa importante: se vi è piaciuta, ogni mia playlist può essere liberamente scaricata cliccando sul player che vi rimanderà alla mia pagina Spreaker personale, con relativo link per il download.

tracklist:

1. Lura: Padoce de Ceu Azul
2. Stan Getz: Street Tattoo
3. Erykah Badu: Cleva
4. Bic Runga: Precious Things
5. Rahsaan Patterson: Spend the Night
6. Ella Fitzgerald: A Night in Tunisia
7. Frank Sinatra: I Love Paris


martedì 10 dicembre 2013

#189. dieci giorni di playlist-cadeau natalizie: si inizia oggi

care amiche e amici del blogghino,
voglio festeggiare con voi quest'anno ricco di novità e sorprese con tanti piccoli regali musicali...
ho infatti pensato di donarvi, da oggi fino al 20 dicembre, una piccola playlist al giorno, rigorosamente selezionata da me.
partiamo in grande stile con strong female!, una playlist che raccoglie le migliori performance femminili di questo 2013: troverete Janelle Monáe, le Haim e M.I.A., che già vi ho raccontato nel post #188, ma anche il modernissimo connubio tra elettronica e pop con AlunaGeorge e i Disclosure, la confessione di Kelly Rowland che vuota il sacco su Beyoncé e su una passata lovestory violenta, e infine la conturbante musica da cinema di Alison Goldfrapp.

buon ascolto e a domani.

tracklist:

1. Janelle Monáe feat. Erykah Badu: Q.U.E.E.N.
2. HAIM: Falling
3. Disclosure feat. AlunaGeorge: White Noise
4. M.I.A: Exodus
5. Kelly Rowland: Dirty Laundry
6. Goldfrapp: Strangers


venerdì 6 dicembre 2013

#188. musica bella per cambidistagione avventurosi

parlerei di musica, scriverei di musica ogni giorno della mia vita. lo sapete. l'inconveniente è che la mia vita non è per nulla d'accordo con me, e mi fa galoppare piantandomi continuamente i suoi speroni nella schiena. e va bene, sono periodi, in fondo c'hai ragione tu, vita.
però questo non significa che la musica si metta in secondo piano. no, no e no: lei è talmente presente che un suo spazio lo trova comunque, si infila, si acquatta, striscia tra i rari spazi calmi delle mie giornate.
e mi tiene ancorata a me stessa meglio di qualunque altra cosa.
e allora eccola, la musica bella di questa estate a rotta di collo e di questo autunno meravigliosamente caleidoscopico e caldo.  
sono rimasta un po' indietro nel raccontarvela, ma credetemi: non mi sono persa nulla.

Washed Out: Paracosm
un album fatto di luce, di buone vibrazioni, carico di suoni belli - il canto degli uccelli, le voci di una festa, il vento, uno scampanellio luccicante - che suona meravigliosamente in cuffia, in beata solitudine, ma anche a tutto volume con la testa fuori dal finestrino o in un party sulla spiaggia al tramonto.
solare, estivo e breezy, pur senza perdere quella sottile malinconia che contraddistingueva il precedente, sensuale e notturno album di Washed Out, Within and Without, Paracosm è un pop anomalo dalla texture elegantissima, è arioso negli arrangiamenti, è chill out ma non banalmente à la Cafè del Mar, è il manifesto di tutti quei momenti di impalpabile pace col mondo che solo la musica - certa musica, come questa - riesce a catturare.
rarefatto e sfuggente, dolcissimo e insinuante, ritmico, chitarristico e melodico seppur sospeso e lisergico, il secondo album di Ernest Green è classe pura, sono le good vibes fatte musica che tanto piacciono a noi amici del blogghino.
la migliore è: It All Feels Right
ma ti consiglio anche: Don't Give Up, Weightless, Great Escape


Pearl Jam: Lightning Bolt
ecco, questa la potete anche saltare. è una mia debolezza, è un peccato d'amore, è il tributo a una delle band che amo di più fin da quando sono ragazzina.
per cui, se non condividete con me questa cieca passione, potete saltare al prossimo album, dove tornerò a essere obiettiva (anche se pur sempre cialtrona).
Lightning Bolt è il *esimo album dei Pearl Jam (quanti ne hanno già fatti? trenta? cinquanta? cento? boh, per me non saranno mai abbastanza). 
è vero, quando ne pubblichi così tanti il mestiere ti sostiene, copre i buchi di ispirazione, è una garanzia per il fan (eccomi).
ma proprio qui sta il punto: quando vacillo in cerca di punti di riferimento - e in questi mesi ho vacillato spesso - ho bisogno delle mie certezze. ho bisogno della mia mille volte citata copertina calda, quella di cachemire color crema, ho bisogno di mio marito che mi abbraccia, ho bisogno della mia tazza di camomilla e di Amelie che mi dorme vicino. ecco: da quando i R.E.M. si sono sciolti questo ruolo l'hanno ereditato i Pearl Jam, e per me il solo fatto che esca un loro album significa che la vita continua, che io esisto ancora e che, in ogni caso, non sarò mai sola. 
la migliore è: Sleeping By Myself
ma ti consiglio anche: Getaway, Sirens, Pendulum

Haim: Days Are Gone
esiste ancora qualcuno in grado di suonare la pop song perfetta? quella leggera ma non sciocca, suonata bene e cantata meglio, senza grandi pretese se non quelle di far trascorrere tre minuti fischiettando e battendo il piedino? sì, quel qualcuno esiste. e sono tre sorelline americane che, con questo loro primo, adorabile album hanno conquistato cuori e orecchie di molti. indie ma non snob, sicure di sé eppure deliziosamente ironiche (vedere la copertina! e i video!), ricordano la primissima Madonna e la plasticosità degli anni Ottanta nella sua accezione migliore, ma anche l'irresistibile r'n'b di Destiny's Child e TLC nelle soluzioni ritmiche e nei tempi sincopati. non cercate grandi rivelazioni sulla vita o innovazioni che cambieranno la storia della musica, perché qui non le troverete. troverete un semplice disco pop, di quelli da ascoltare in macchina con le amiche tra un pettegolezzo e una risata, canticchiando il ritornello di una loro canzone già alla seconda volta che la ascolterete.
amo il pop quando è questo: l'immagine musicale della difficilissima, insidiosa, sfuggente arte della leggerezza. non ci cambierà la vita, ma può rendercela un po' più sopportabile, in certi momenti.
la migliore è: Falling
ma io ti consiglio anche: My Song 5, Don't Save Me, Running If You Call My Name

Janelle Monáe: The Electric Lady
they all should love you, Janelle
tre anni fa hai debuttato con un album ispirato, ambizioso, ricchissimo, The Archandroid. e ora te ne esci con un successore che riesce a fare ancora di meglio. fin dal titolo, il titolo più meraviglioso che potessi pensare, perché Electric Lady suggerisce un'immagine di forza, consapevolezza e magnetismo femminile senza pari. 
immagine che si disvela e si impone non solo nel titolo, ma anche nell'album stesso, un lungo viaggio tra i generi musicali fatto di grandi canzoni.
Janelle continua a tenere alta la barra, e si fa accompagnare da ospiti di tutto rispetto che non fanno che impreziosire ulteriormente qualcosa di già notevole: Prince (cosa hai detto?!?) Erykah Badu (ve l'avevo mai detto che la considero, assieme a M.I.A, la donna più cool del pianeta? così, per dirvelo), Solange (eccone un'altra!), Miguel, talento del nuovo r'n'b, e infine (ma: last but not least) la raffinatissima Esperanza Spalding con tutti i suoi meravigliosi capelli.
Janelle Monáe è uno dei massimi talenti della pop music in senso ampio oggi in circolazione, eppure ancora non ha incontrato il plebiscito universale che meriterebbe. dicono che il tempo è galantuomo: per te, Janelle, francamente me lo auguro.
la migliore è: The Electric Lady
ma io ti consiglio anche: Q.U.E.E.N., Prime Time, Can't Live Without Your Love

Arcade Fire: Reflektor
così come per l'album di cui vi ho parlato qui sopra, anche per Reflektor l'attesa era tanta. anzi, diciamolo pure: tantissima. mi sono innamorata degli Arcade Fire con il loro album precedente, The Suburbs, che ritenevo il giusto compromesso tra l'ambizione di arrivare al grande pubblico e la capacità di mantenersi originali e distinguibili, ad altissimo livello. esattamente come Janelle Monáe, per intenderci.
ed eccomi quindi ad accostarmi a queste due eccellenze della musica contemporanea carica di aspettative. e credetemi: neanche in questo caso sono state deluse.
l'album ha diviso molto, e se vi va di documentarvi leggerete le opinioni più disparate: ma per me che adoro la melodia, la grandiosità degli arrangiamenti ma anche la possibilità di muovere il culetto questa è la perfezione assoluta.
c'è il pop sintetico degli anni Ottanta, c'è la ballabilità intelligente, c'è il rock'n'roll, c'è l'attitudine di chi vuole riempire gli stadi e non se ne vergogna. 
sono felice che la musica da ballo sia protagonista negli album che ho amato di più in quest'anno complicato e fondamentale della mia vita. d'altronde, muovere il corpo è l'espressione più elementare, libera e gioiosa di noi stessi.
cosa chiedere di più alla musica?
la migliore è: Reflektor
ma io ti consiglio anche: We Exist, It's Never Over (Oh Orpheus), Normal Person

M.I.A.: Matangi
lo dico subito a scanso di equivoci: M.I.A è una di quelle donne che, se fossi un uomo, amerei follemente. è uno schianto, non dimostra assolutamente i suoi quasi 40 anni, ha un senso dello stile personalissimo in cui tutto sembra stare al posto giusto nonostante appaia completamente scombinato, è intelligente, provocatoria, indipendente, sa unire modernità e senso delle proprie radici come nessun altro nel mondo della musica.
M.I.A è tornata dunque, dopo molte controversie e a quasi due anni di distanza dal pazzesco singolo di lancio Bad Girls (video fantastico, recuperatevelo! è qui sotto!), con il suo quarto album.
album che, dopo averlo ascoltato per intero - e con le cuffie: mi raccomando con le cuffie - ti lascia steso come dopo un incontro di boxe. 
nonostante il successo e la popolarità raggiunte negli ultimi anni (vd. la collaborazione con Madonna) M.I.A prosegue indomita il suo percorso, che è pur sempre pop, ma imbastardito da continui riferimenti a culture e generi musicali differenti. come i suoi irresistibili outfit, anche la sua espressione artistica a tutto tondo rimane unica proprio perché capace, lei sola, di armonizzare l'impensabile e di costruire sulla disarmonia e l'attrito una intera poetica musicale.
anche qui si muove il culetto, e tanto: ci si diverte un mondo, si viene presi a cazzotti, storditi, e c'è spazio, molto più di quel che ci si potrebbe aspettare, per il pensiero. libero di correre dove vuole.
la migliore è: Bad Girls
ma io ti consiglio anche: Karmageddon, Bring the Noize, Exodus

venerdì 29 novembre 2013

#187. helvetic gardening for beginners


il mio primo acquisto!
mi sono trasferita a Berna quasi un anno fa (gulp) e fin dall'inizio lo sapevo: sarebbe stata dura.
è come quando scali una montagna altissima di cui non vedi la fine: sai che la cima c'è, non sai se ci arriverai (viva), ma fondamentalmente hai bisogno di appigli per continuare a salire.
ecco, per me questi appigli si chiamano scrittura, musica, cucina... e giardinaggio.
ma oggi non vi parlerò di un giardinaggio qualunque, ma del giardinaggio in terra elvetica: per me, territorio del tutto sconosciuto.
balconcino primaverile con primula
questo all'inizio, dodici mesi fa. perché, cari amici del blogghino, ce l'ho fatta. ho carpito segreti e astuzie e ora vi racconto le mie conquiste. sperando che durino.
chi mi segue conosce tutte le mie sventurate peripezie florovivaistiche in quel di Collegno: entusiasmi iniziali puntualmente annientati da invasioni bibliche di parassiti cicciuti e voracissimi, disperati tentativi rock'n'roll di salvataggi in extremis, inaspettate e miracolose resurrezioni dopo mesi di morte apparente.
ibiscus in full bloom
qui mi aspettava un libro fatto di pagine bianche, tutte da scrivere. per quel che riguardava la mia vita ma anche botanicamente parlando.
in primis: dove le metto, le piante? 
il balcone: ahimè, ne ho uno solo. e neanche tanto grande. ma questo balconcino ha una caratteristica positiva: un sacco di spazio per sistemare vasi pensili. 
la guardiana dei pinetti
non solo: essendo io al primo piano, le possibilità di accoppare incauti vicini del piano di sotto con un vaso sventatamente sporgente si autoriducono di un buon 80% (per la cronaca: c'è solo la signora Connelly, di sotto, che è talmente impegnata a cantare Beyoncé e Justin Timberlake dalla mattina alla sera che difficilmente si affaccia al balcone).
ecco allora nella mia mente il pensiero di ricoprire completamente la superficie pensile utile con tutte le piante che mi venivano in mente.
e che piante ti vengono in mente a Berna, che sta a a circa 600 metri sul livello del mare, è molto secca e ventosa, ha inverni lunghissimi e nevosi, primavere variabili, estati tiepide e meravigliosi autunni?
e soprattutto: affacciandosi il mio balcone su un delizioso giardinetto/boschetto pieno di alberi, come la mettiamo coi parassiti?
la neve non ci spaventa
e qui mi sarei meritata un bello schiaffone, come tante volte sarebbe dovuto accadere da quando sono qui.
perché, sapete, Berna e gli svizzeri io, a volte, li sottovaluto. e loro mi fregano, mi sorprendono sempre, e alla fine se la cavano alla grande.
e le piante, e gli alberi pure, sono svizzeri. potevano forse deludermi? no.
e allora sai che c'è? 
che non una delle decine di piantine che hanno trovato ospitalità sul mio balconcino si è ammalata.
assetto autunnale
sono cresciute tutte serenamente, ultimamente alcune di loro si sono ingiallite per processo fisiologico (è autunno), e quelle che sono defunte lo devono alla mia imperizia o al mio eccessivo zelo di innaffiatura.
parassiti: zero.
eccessivo gelo? nessun soldato rimasto sul campo.
troppo caldo? nah, a Berna il caldo dura due giorni.
troppo secco, troppo vento, troppo sole? ma no, da quando il sole è troppo?
shabby attitude
e allora eccole: le primule, durate un paio di mesi. e poi le roselline, comprate a maggio e fiorite per tutta l'estate eleganti e sensuali. e l'esuberante ortensia, tuttora viva e combattiva sebbene la sua fioritura sia terminata. e l'ibiscus, una sorpresa assoluta, un fiore acquistato in agosto con il presentimento che sarebbe durato una settimana e invece continua tuttora a mettere germogli. sì, l'ibiscus, quel fiore meraviglioso delle zone calde del mondo. sì, l'ibiscus, qui, in Svizzera, fiorisce anche sotto la neve.
e poi i re e le regine di questa stagione: i severi pinetti sempreverdi, baluardo affidabile contro i venti, e le eriche, le independent women del mio vivaio, toste eppure vezzose, resistenti alle intemperie e coloratissime.
good vibes d'autunno
ma chi l'aveva mai avuto, ad autunno inoltrato, un balconcino così ricco di piantine? proprio io che, in Italia, all'inizio di ottobre tiravo i remi in barca sbaraccando tutto e dichiaravo chiusa la stagione del giardinaggio improvvisato? 
e invece eccole, tutte in fila, da una parte il simpatico disordine creativo e un po' shabby di ibiscus, rosa e ortensia, coi vasi tutti diversi e iperfemminili. 
e, dall'altra parte, il rigore giansenista di pini ed eriche, in simmetrica alternanza sdrammatizzata da ironici coprivaso colorati.
adesso vediamo come passeremo l'inverno, io e loro.
ormai siamo un tutt'uno: resistiamo laddove molti (forse anche noi stessi) non ci credevano nemmeno, e attendiamo fiduciosi l'arrivo di una nuova primavera.
ps: state sul pezzo perché sto considerando di avventurarmi in un territorio botanico da me ancora inesplorato: le piante da appartamento. vi farò sapere.

martedì 5 novembre 2013

#186. music saves. episodio 11. about love, Lauryn, Napster and the Great Beyond.

ovvero: materiale per ricattarmi se non mi volete bene o ogniqualvolta non siate d'accordo con le mie recensioni a ca**o

Lego-R.E.M.!
l'estate del 1999 fu bizzarra e la trascorsi quasi in apnea. l'highlight fu il concerto degli R.E.M. a Bologna, ma fu anche un'estate di amicizie ritrovate e di piacevoli momenti di condivisione. trovai inaspettatamente molte anime affini alla mia ma che sapevano fornirmi una prospettiva più aperta e positiva della vita. 
col senno di poi, fu un segnale che non seppi decifrare molto bene, e forse oggi la mia vita sarebbe diversa. 
ma tutto ha un senso, soprattutto gli errori. 
perché sembra esserci una parte di me che teme la felicità, o per meglio dire che la temeva. forse penso di non meritarmela, di non fare o di non essere mai abbastanza.
invece, in quel periodo, lo ero.
adorabile Michael Stipe
ero dannatamente abbastanza, ero anche troppo, ero un'esplosione di vita e di curiosità. 
mi aprii alla vita come mai avevo fatto fino ad allora e, per l'ennesima volta, come in un ciclo che da molti anni si ripeteva, la musica restò indietro, e le ossessioni degli ultimi anni cedettero il posto agli ascolti distratti e passivi alla radio e sulle piste da ballo. 
mi sentivo finalmente attraente e femminile, degna di attenzione e stima.
e non poteva che succedere: solo quando ti apri alla vita sei pronto per l'amore.
e la musica rimane sullo sfondo, rimane qualcosa che lo sostituisce, l'amore, ma non può eguagliarlo mai, nemmeno lontanamente. 
fu l'inizio di anni strani e tormentati, di una relazione a distanza bellissima e lacerante, della mia grande storia d'amore.
tutto ciò che di stimolante e nuovo è accaduto a partire dall'inizio degli anni Duemila, l'ho ignorato per lungo tempo. i suoni non potevano permettersi di rubare tempo e pensieri all'amore. 
e, complice una nuova fruizione della musica stessa, furono anni di accumulo vuoto e compulsivo.
tra il '99 e il 2000, infatti, scoprii l'esistenza di uno strano programma dal nome Napster. avevo sentito che, gratuitamente, si potevano trasferire i file di intere canzoni nel proprio PC senza muoversi da casa. il procedimento divenne automatismo: canzone alla radio e/o su MTV -> ricerca su Napster -> ascolto su PC. 
tutta la musica del mondo nelle mie mani, in un sogno a occhi aperti che non avrei immaginato nemmeno un anno prima.
perciò addio alle compilation sgangherate su musicassetta a strappare morsi di canzoni dalla radio. addio alle scritte a pennarello coi nomi dei brani. addio walkman con mangianastri. addio spedizioni in quel noleggio video che, non si sa come, noleggiava anche CD che potevo allegramente e con bramosia fare miei (su musicassetta, of course).
l'anno 2000 segnò la fine del supporto magnetico, e con essa la fine di tutto ciò che ero stata fino ad allora: dei miei sogni di ragazzina, dei tragitti verso la scuola con le cuffie ad alto volume, della poesia della ricerca, in cui interi pomeriggi venivano dedicati al tuning spasmodico a caccia di quella canzone. 
avere l'accesso illimitato era inebriante, ma sterile. toglieva una parte attiva e creativa importante all'ascolto e alla fruizione stessa della musica. 
avere tutto era come non avere niente.
i ricordi non si imprimevano più con la stessa forza. il magnetismo del supporto non era solo fisico, ma sentimentale.
ricordavo perfettamente dove e quando avevo sentito quella canzone, in che momento l'avevo registrata. oppure, chi mi aveva passato la cassettina di quell'album per farmelo sdoppiare affinché io lo consumassi di ascolti.
le energie dell'ascolto, prima, erano focalizzate. ora, la nuova modalità era: ascolta e passa al prossimo.
tuttavia, come un ultimo regalo prima del nuovo corso, ci fu un album, uno degli ultimi che acquistai su cassetta, che seppe comunque trovare spazio in quella foga dell'accumulo. 
incantevole Lauryn
un disco immenso e senza tempo. The Miseducation of Lauryn Hill. 
che Lauryn Hill fosse il grande talento dei Fugees era chiaro a tutti. una personalità unica nel suo genere, disinvolta tanto nelle rime quanto nel cantato. una tecnica personalissima che tuttavia non lasciava mai indietro l'interpretazione. 
un disco enorme, un lungo viaggio di educazione sentimentale, di quelle che non si imparano a scuola. l'hip hop, il soul e l'r'n'b più moderni e ispirati da molto tempo a quella parte, e destinati a diventare una fonte di ammirazione e rispetto inesauribile per le giovani soul singers degli anni Duemila.
ce la siamo raccontata insieme, io e Lauryn, in quel periodo. imparavamo ad amare, tra mille errori e peripezie. i R.E.M. c'erano ancora, sempre e comunque in prima fila. c'era The Great Beyond. c'erano le attese degli incontri, le serate al Barrumba, le notti gelide spese ad aspettare tram che non arrivavano mai. 
c'era la vita, finalmente, anche per me.