Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

giovedì 27 maggio 2010

Occasione di festa numero 23.

C'è questa ragazza che abita sotto casa dei miei. Ha qualche anno più di me, è sposata, ha due figli. Quando, due anni fa, sono stata male, lei un giorno mi incontrò e, vedendomi provata, mi chiese cosa avessi. E io le raccontai. Lei mi rivelò di aver avuto un problema simile quando era più giovane, e che per questo era rimasta in mutua per sei mesi. E che poi, rimanendo incinta, tutto era ritornato a posto. Nessuna psicoterapia, nessun percorso per guardarsi dentro.
Io stavo per iniziarlo, quel percorso, e dentro di me mi dissi: Sara, forse lei è più forte di te. Lei ce l'ha fatta da sola. Tu sei fragile. Tu sei debole.
Un paio di giorni fa, i miei mi raccontano che la ragazza sta male. Malissimo. E' dimagrita tanto, e ha raccontato a mia madre di essere caduta in una profondissima depressione dopo la nascita del secondo figlio. Non ha la forza di fare nulla, sta sempre da sua madre, non mangia. Il marito non sa più cosa fare.
Sono quasi certa che, in questi anni, non si sia mai fatta aiutare. Che abbia creduto che un evento esterno e comunemente considerato come gioioso, la nascita di un figlio, potesse risolvere i suoi conflitti e sanare le sue paure. Probabilmente lei stessa credeva di avere solo delle fisime, della tristezza senza importanza, qualcosa pronto ad andarsene così come era venuto.
Ma la depressione è una bestia, una scimmia, un avvoltoio appollaiato sulla tua spalla. Se ne sta lì, dorme, sta in silenzio. Però è lì, fa parte di te. Sei tu. Quel pezzettino di te ogni tanto si sveglia, e reclama tutta la tua attenzione. Lo fa con violenza, senza rispetto, prepotente e subdolo.
Ma, proprio perché è qualcosa che fa parte di te, solo tu puoi farla scomparire. In primis accettando che esiste. Poi, guardandola in faccia, la bestia. Ci vuole un coraggio, e ci vuole anche un aiuto. Qualificato. Una persona esterna ai nostri cari che ci guidi per mano nel percorso più duro della nostra vita. Che ci dia gli strumenti per riconoscerla, abbracciarla, capirla. E dolcemente accompagnarla fuori dalla nostra vita. Se la guardiamo sappiamo riconoscerla, e sappiamo cos'è che la fa svegliare. E cercheremo di evitare che si svegli di nuovo, o sapremo come affrontarla se proprio dovrà succedere.
Ma se questa forza, perché questa cari amici è la vera forza, non ce l'abbiamo, se pensiamo che questo non sia un grave problema, se pensiamo che gli eventi esterni, o i beni materiali, possano cacciarla via, pagheremo caro questo errore. Lei tornerà ad aggrapparsi alla nostra spalla, e si mangerà tutte le energie, l'entusiasmo. Ci farà lentamente morire dentro.
Se si sta male, BISOGNA chiedere aiuto. E la rinascita ci renderà migliori e più forti non perché gli altri sono deboli, ma perché noi, a loro differenza, quel nemico sappiamo riconoscerlo e affrontarlo. Ma occorre avere lo stomaco di fare tutto questo. Di sfatare tutta la superficialità e la mancanza di informazione che esiste sulla depressione.
C'è e va curata. Punto.
Uscirne è una meravigliosa occasione di festa.

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