Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

martedì 2 novembre 2010

Occasione di festa numero 39.

Questa sera cari amici la mia occasione di festa è piccola piccola ma molto significativa.
Dopo molto tempo sono riuscita a terminare un libro. Eh! Direte voi. Capirai che risultato. E invece no perché per me questa cosa era diventata impossibile più o meno dal momento in cui mi sono laureata.
Io la chiamo la teoria dell'overload, del sovraccarico.
In pratica durante gli anni dell'università mi sono data alla lettura matta e disperatissima di decine e decine di libri, spesso più per necessità di preparare gli esami di letteratura, e quindi per obbligo, che per reale piacere. Avevo sempre adorato leggere, oltre che scrivere, ma converrete con me che inocularsi Guerra e Pace nel tempo record di due mesi non fa bene all'anima. Piace, ma è immorale. Se a ciò aggiungete l'opera omnia dell'amato Dostoevskij, e Cechov, e Bulgakov, e duemila autori russi e polacchi minori, e tutti i relativi saggi critici e antologie letterarie e tomi di storia nel giro di cinque anni, il quadro della mia situazione cerebrale è completo.
Mettiamola così: è stato un modo per non volersi bene.
Opere meravigliose, ricche di significato, profonde come un fiume che scorre lento, ma svilite, violentate dalla fretta, dalla necessità di assimilare tutto in poco tempo.
Per non parlare della formazione di un gusto talmente raffinato ed elevato da farmi schifare ogni altra opera letteraria che mi capitava sotto tiro.
Ebbene sì, lo confesso, anche se per tanto tempo mi sono vergognata anche solo ad ammetterlo: per cinque anni ho letto solo riviste e quotidiani.
La mia mente era stata come brutalizzata da quell'eccesso di informazioni e ricercavo disperatamente la semplicità, anche la banalità talvolta.
Due anni fa ho letto ad alta voce Firmino di Sam Savage. Carino, ma nulla più. I fantasmi dei grandi vecchi della letteratura russa stavano lì a ricordarmi che meglio di loro non c'era nessuno. Mi sono di nuovo scoraggiata e ho passato altri due anni di disintossicazione.
Poi, grazie a Giordano, ho preso in mano L'arte della felicità. Si tratta di conversazioni tra il Dalai Lama e lo psichiatra Howard C. Cutler. Ho iniziato a leggerlo nel tragitto casa-lavoro, poi 
nelle pause al lavoro, poi prima di andare a letto. 
Mi ha conquistato.
Così ieri sera, dopo tre mesi di lenta, paziente, cosciente lettura l'ho terminato.
Ero davvero felicissima e non vedevo l'ora di condividerlo con voi!
Vi terrò aggiornata sui prossimi libri che riuscirò a leggere.

Nessun commento:

Posta un commento