Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

martedì 16 novembre 2010

Occasione di festa numero 42.


Ve lo ricordate, ho ricominciato a leggere (vd. Occasione di festa numero 39).
E, se avete imparato a conoscermi almeno un pochino, intuirete anche che, una volta che mi metto in moto vincendo la mia proverbiale lagnusìa, non mi fermo più.
E infatti la scorsa settimana, appena risistemato sullo scaffale il libro del Dalai Lama, mi sono piazzata davanti alla libreria in cerca del degno successore.
I grandi russi? No, basta, già dato.
Filosofia orientale? No, a questo giro salto.
Poi lo vedo. Piccolino, bianco bianco, elegante essenziale Einaudi. La sua discrezione tipicamente sabauda lo rendeva quasi invisibile in mezzo agli altri ma è stato proprio questo a incuriosirmi, e così, tempo un secondo, Stagioni di Mario Rigoni Stern era già nelle mie paffute manine.
E' stata una delle sue ultime opere, ma per me, che non lo conoscevo, è stata la prima.
In realtà avevo già letto il libro tre anni fa, ma non l'avevo capito. O, per meglio dire, non l'avevo sentito. Perché il fatto è proprio questo: un'opera di questo tipo va vissuta con intensità, partecipazione, abbandono. E allora non lo sapevo fare, o non ne avevo ancora bisogno. Mi piace però pensare che il destino abbia visto più lungo di me, e mi abbia fatto scegliere questo libro sapendo già che un giorno sarei stata pronta.
In ogni pagina di Stagioni c'è scritto VITA a caratteri cubitali.
Io che amo segnare a matita i passi che mi piacciono di più, per poi ritornarci ogni volta che ne sento il bisogno, sto scarabocchiando questo libro in modo quasi irrispettoso, ma quanto amore c'è in ogni sottolineatura!
Amo il modo in cui parla degli alberi, delle specie animali, dei fenomeni atmosferici. Amo la densità della sua scrittura, il forte peso specifico di ogni parola, la dignitosa asciuttezza dell'uomo di montagna, la dolcezza inaspettata. E poi quanta competenza, e quante parole nuove, che non avevo mai sentito.
Mai mi era capitato di emozionarmi tanto per un'opera di narrativa.
Piccola piccola, leggera come una foglia autunnale, ma che solo un uomo grande grande poteva scrivere.


"Le prime allodole arrivavano quando il sole nella sua risalita rendeva libere dalla neve le rive esposte a sud. Un mattino sentivi un brivido percorrere le membra, vedevi uno svolare sopra la proda e dopo il trillo gioioso dell'allodola mattiniera. Era un attimo di felicità. Ma da dove arrivava questo intenso sentimento? Da quale remotissima mattina del mondo? Era bello quel giorno, era bella tutta la terra, era buona la gente."

4 commenti:

  1. Grazie Sarina, questa recensione mi ha catturata e fatto venir voglia di legger il libro. Incantevole!

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  2. Oh grazie amica mia, sai è proprio il libro giusto al momento giusto. Appena lo finisco propongo uno scambio equo con le Favole al Telefono! :)

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  3. Sì sì, sono sempre qui che ti aspettano! ^^ (a volte i libri capitano proprio dalla persona giusta nel momento giusto: sono d'accordo...)

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