Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

venerdì 18 novembre 2011

Occasione di festa numero 115.


Chi mi conosce lo sa, che sono una persona piuttosto testarda: prima di giudicare, ascolto sempre. Se si parla di musica, poi, è una regola ferrea. Così volevo sorprendervi e sorprendere un po' anche me, mettermi alla prova. E stavolta, cari amici della curva, mi sono proprio sentita un bel disco. 
Un bel disco POP come dev'essere fatto: c'è il personaggio - bella, di grande talento e personalità, ottima capacità di intrattenitrice e performer, piglio imprenditoriale, una coppia invidiata, adesso pure la gravidanza -, ci sono le canzoni che trainano e quelle più coraggiose - giusto per chiarire che il personaggio c'è da un punto di vista anche musicale, cosa non da poco oggi -, ci sono i collaboratori giusti, c'è la professionalità, ci sono un sacco di bei videoclip che girano in rete. 
Poi quest'estate, prima che uscisse il disco, c'è stata anche una consacrazione che a poche fortunate è toccata in sorta: l'headlining dell'ultima serata del più importante music festival del mondo, il Glastonbury (a tal proposito, date un'occhiata: http://www.youtube.com/watch?v=O4iGEbHC7Oc).
Quindi poca puzza sotto il naso e andiamo a parlare di questo 4 che è, per l'appunto, il quarto album dell'incantevole Beyoncé Knowles - o B, Queen B, signora Carter, o ciao. 
Ve la ricordate quando ha iniziato? Era la frontwoman di un bel gruppo di signorine, le Destiny's Child, un r'n'b fresco e moderno, cantato benissimo, e infarcito di un girl power di ritorno in salsa black. Bell'atteggiamento, belle canzoni, insomma mi piacevano (arriverà presto un Music Saves su un'altra mia enorme passione, di cui non vi ho mai parlato: il soul).
Poi Beyoncé, che era inequivocabilmente la più talentuosa, prende la strada solista, ma lo fa in un modo così prevedibile e patinato che causa in me una istintiva reazione di rigetto. Siamo nel 2003 e, se ricordate bene, in quegli anni l'imperativo morale delle cantanti pop/soul era lo sbirignao vocale, quella farcitura continua e inopportuna di gorgheggi e vocalizzi: e figuratevi una come Beyoncé, che li sapeva fare davvero. Niente: abuso dello sbirignao e - eccola lì - uso disinvolto del proprio corpo. In più, non si risparmia un altro topos, quello del featuring rap buttato lì in mezzo alla canzone. La stella pop gradita all'industria discografica e anche al mainstream black era servita: vagonate di copie vendute, fidanzamento - e poi matrimonio - stellare col rapper-imprenditore super potentissimo Jay Z, conquista del mondo.
Nel frattempo, però, succede qualcosa. Succede che il monopolio della vera musica soul, tradizionalmente detenuto dalle artiste del filone black, passa di mano e si fa un bel volo oltreoceano: in Inghilterra, per la precisione. Dove, a metà degli anni 2000, una signorina svitata di origini ebraiche, Amy Winehouse, apre la strada a un seguito di cantanti che il soul lo cantano come deve essere cantato: buttando nella voce la propria esperienza, la propria malinconia, la propria rabbia, non i gorgheggi inutili. Grazie all'enorme successo di Amy il mondo conosce Katie Melua, Duffy, ma soprattutto Florence + The Machine e la giovanissima Adele. E proprio da questi ultimi due personaggi dobbiamo partire per capire l'ultimo album di Beyoncé.
"1+1"
Queen B confeziona infatti un album in cui la forma canzone viene ripulita da tutti quei vizi della pop music moderna quali gli arrangiamenti super tamarri in stile Eurodance (alla Lady Gaga, per intenderci), l'abuso dei sintetizzatori, l'autotune, le collaborazioni inutili (o utili solo a fare cassa), per andare a recuperare un sano spirito soul e r'n'b, proprio lei che ha la voce giusta per farlo. E quindi ci troviamo di fronte a un misurato omaggio alla grande black music degli anni Ottanta  - Prince, Michael Jackson, Stevie Wonder, Whitney Houston, Anita Baker - e, di contro, a una grinta r'n'b molto simile a quella del suo vecchio gruppo: ritmi quadrati, marziali, contrapposti a grandi armonie vocali. Poi c'è anche un pochino di pop music, ma B è un personaggio importante della cultura pop di oggi, che ci volete fare. E poi lasciatemelo dire: se tutta la pop music fosse confezionata con questo livello di professionalità...
"Run the World (Girls)"
Ma veniamo alle canzoni. La prima cosa che si nota è proprio la sua voce: pulita, distesa, potente, al massimo del suo potenziale. La lezione di Adele e di Florence è proprio qui. Una prova di forza vocale che a me è piaciuta moltissimo. 
Un'altra cosa che funziona, già anticipata: anche gli arrangiamenti sono ripuliti, più essenziali, efficaci. Ascoltate l'iniziale 1+1: solo la sua voce e poco altro, in un'interpretazione matura e intensa che è forse il picco dell'album. Sento l'eco lontana di Purple Rain: ed è un gran complimento. Un altro esempio: I Miss You gioca tutta sull'atmosfera, un intenso tono sussurrato prevale sul controcanto a gola spiegata, le tastiere e la drum machine rimangono sullo sfondo. Notevole. Ma, se dovessi scegliere la mia preferita, la canzone che davvero mi ha fatto ricredere sul suo conto, vi cito il secondo brano in scaletta: I Care. Qui B si è superata: un bel pezzone rhythm and blues suonato come si deve, batteria fantastica, backing vocals da urlo, piano e organo di sfondo, un bell'assolo  di chitarra e soprattutto una grande Beyoncé, che prende in mano un brano di amore deluso (di cui la nostra amata Adele è ormai specialista mondiale) con credibilità e grinta. Sento che anche Aretha sta approvando.
"Best Thing I Ever Had"
Sì, ma non cantiamo vittoria troppo presto. La vecchia Beyoncé, quella che ha venduto gli stramiliardi di dischi, la stella pop, mica poteva esser liquidata così. E allora i fan mainstream possono essere accontentati dal singolo Best Thing I Ever Had, dal lento firmato Diane Warren I Was Here, e dalla prevedibile Start Over, che sono comunque di ottima fattura grazie alla suddetta professionalità della signora e del suo team.
"Countdown"
Per fortuna, però, sono solo episodi, e la signora Carter recupera subito inanellando una serie di brani che strizzano l'occhio agli Eighties di gran classe, divertendosi pure un sacco: Rather Die Young, forse un po' banale, Love on Top, vitale ed elegante soul che mette insieme Stevie Wonder, Michael Jackson e Anita Baker e, nella edizione deluxe, l'insolente Schoolin' Life (mi rivedo bambina a ballare I Wanna Dance with Somebody di Whitney, ve la ricordate col frisée?) e Lay Up Under Me, un omaggio al soul solare di Jacko e un bell'esempio di come essere sensuali non mostrando porzioni del corpo come la signora ama fare spesso, ma solo usando la propria (magnifica) voce.
"Party"
Poi c'è la parte urban & contemporary, per così dire: ed è qui che B si circonda dei migliori produttori in circolazione per scolpire un suono moderno, ma mai banale, che sa assecondare e meglio ancora valorizzare la sua versatilità di interprete.
Ed ecco l'omaggio alla old school di Party, prodotta tra gli altri da Kanye West e impreziosita dalla presenza di André 3000 degli Outkast; la perfetta Countdown, r'n'b moderno e sbilenco, pieno di cambi di registro, che ricorda, aggiornandole, le migliori Destiny's Child; il capolavoro (davvero) End of Time, che sfodera un ritmo tribale e un'esplosiva sezione di fiati adagiandovi sopra delle armonie vocali perfette; e il controverso singolo Run the World (Girls), che merita un discorsino a parte. Il pezzo, a mio avviso, è ottimo: sulla falsariga di End of Time, gioca su un ritmo marziale e su un'interpretazione di sostanza. Tuttavia, cara signora Carter, non è radiofonico. E tu, regina delle charts e independent woman col pelo sullo stomaco, per lanciare il tuo disco scegli una canzone che all'80% dei tuoi fan non piacerà. Perché lo fai? In realtà è una domanda retorica. Il mondo l'hai già conquistato, ti sei sposata e adesso hai pure il pancione. Ho capito che ora hai voglia di fare quello che più ti piace, lasciare magnanimamente spazio alle giovani che scalpitano (Lady Gaga, Adele, Florence) e magari convincere anche gli snob antipatici e saccenti come quella cialtrona che sta scrivendo. E ci sei riuscita, accidenti.
"Love on Top"

Ps: un'ultima cosa. Ci tenevo a segnalarvi questa clip (andate su http://lifeandtimes.com/pregame), girata dal suo maritone strafamoso. Se avevate ancora dei dubbi sul fatto che la signora sappia cantare davvero. Buona visione.

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