Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

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mercoledì 16 dicembre 2015

#212. 2015: un anno che ancora non ho capito

Ed eccola qui, la fine del 2015. Un anno strano, contraddittorio, pieno di rivelazioni non sempre richieste e di frizioni continue, un anno in cui ho lavorato tanto per la mia felicità ma in cui spesso, senza volerlo, mi sono ritrovata a pestare merdoni grossi così.

Mi scopro una persona molto più forte e forse anche peggiore, sicuramente meno accomodante, meno disposta a nascondere lo sporco sotto il tappeto e più pronta ad accogliere il bello e in brutto nella mia vita con uguale trasporto. 

Più fatalista forse, sicuramente con minor voglia di un tempo di condividere tutto ma proprio tutto di me.
Ecco quindi che per fare un po’ il punto di questo anno appena trascorso non vi parlerò moltissimo dei fattacci miei (solo un po’) ma piuttosto condividerò con voi
le scoperte fatte e in generale le cose belle che mi hanno ispirata per dodici mesi.
Per comodità (mia o vostra, non so) suddividerò questo best of 2015 in una piccola serie di post dai quali potrete trarre gli spunti che più preferite. Perdonatemi, ma sulla capacità di sintesi sto lavorando con scarsi risultati.


Ma ora, concedetemi
SOLO UN PO’ DI FATTACCI MIEI


Ho proseguito con costanza da caterpillar lo studio del tedesco (e ancora non mollo), ho ripreso in mano la situazione col russo (scoprendo di ricordarmi un sacco di cose) ma soprattutto ho fatto ricrescere la frangetta (che è una rottura di coglioni indicibile) e ho iniziato ad andare in palestra e a bere litri di acqua con una tenacia a cui io stessa non credevo. Poi in realtà mangio come prima, ma questa è un’altra storia su cui forse dovrei lavorare.
Ho assistito al collegamento di Samantha Cristoforetti dalla ISS in un liceo di Lugano (GIRL POWER), ho visitato gran parte della Spagna innamorandomi perdutamente di Siviglia e del flamenco e ho aggiunto alle gitine svizzere Solothurn e Estavayer-Le-Lac (dove ho fatto il mio primo bagnetto lacustre!). 
Ho visto l’eclissi solare da un vecchio osservatorio di Berna e la stupenda mostra su Gauguin alla Fondation Beyeler, ho rivissuto la magia di Art Basel e ho visitato la Vitra Haus in Germania desiderando una casa così, sono andata a Expo 2015 e ho imprecato per buona metà del tempo e ho fatto pace con alcuni luoghi di Torino in interminabili passeggiate solitarie. 
Mi sono fatta il pianto dell’anno guardando Brave e ho riso come non mai rivedendomi tutta l’intera serie de La Tata, sono entrata nel vortice di House of Cards e siccome sono una che se le cerca sto seguendo Scandal in inglese e How to get Away with Murder in francese (ma perché?). 
Per quanto riguarda le letture sono passata con nonchalance da Anna Politkovskaja a Konmari (anche se questa storia che i calzini hanno un’anima non mi ha convinta fino in fondo) ma il mio anno è iniziato con La Storia del Rock di Ezio Guaitamacchi e si è concluso con Con la Musica di Pietro Leveratto, libri che consiglio tanto a chi ritiene che la musica sia un elemento indispensabile nella propria vita.
Poi per il resto, in ordine sparso, beh c’è stato l’inverno più nevoso e l’estate più calda che io ricordi, ha aperto H&M Home a Berna, ho scoperto un nuovo social network perfetto per me che si chiama Steller, ho trovato miniere di ispirazione in Zelda Was a Writer, Gala Darling, Humans of New York, Memrise e last but not least in un sito tutto italiano e tutto al femminile come C+B e soprattutto ho imparato che, così come esiste la brutta parola tedesca Arschloch, esiste l’incantevole parola brasiliana Cafuné. Direi che posso ritenermi soddisfatta.
Buon 2016!

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