Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

venerdì 11 febbraio 2011

Occasione di festa numero 63.

Cosa facevate voi a 21 anni? Io andavo all'università, uscivo con gli amici, progettavo il mio viaggio studio a San Pietroburgo e, per la prima volta nella mia vita, mi innamoravo. Bello, bellissimo, ma tutto sommato normale. Adele Adkins, da Londra, a ventun anni, dopo aver rilasciato il suo primo album intitolato 19 - un buon disco, ma poco incisivo - preparava quello che, probabilmente, era l'album della vita. Sarebbe uscito un anno dopo (gennaio 2011, per noi che ce la contiamo), col titolo 21, sbancando classifiche e inanellando recensioni entusiastiche un po' in tutto il mondo. 
21, oggi, è il re del mio Ipod, dopo nemmeno una settimana di ascolti. E guardate che non ci sono messaggi subliminali tipo ascoltamiascoltamiascoltami, né tantomeno si nascondono inni a satana se lo sentite alla rovescia. E' un album onesto, vero, la chiave è tutta qui: nella bellezza delle canzoni, nella loro immediatezza, nella loro sincerità. Nel non voler essere null'altro da ciò che sono.

Ragazze, Adele è una di noi: carina ma non bellissima, qualche chilo di troppo, un amore finito alle spalle, una testa che funziona e una bella grinta sospesa tra incazzatura e malinconia. Non è un genietto come Janelle Monae, non è un talento della comunicazione come Lady Gaga, non è supercool come Florence Welch e neppure una bomba sexy come le varie Beyoncé, Shakira, Rihanna o Katy Perry. E' semplicemente un'artista con gran cuore, carattere, classe e  - in più - una voce da far tremare i polsi.  
Una ragazza che, dopo un iniziale impasse al momento di scrivere i pezzi del "secondo, difficile album" (si dice così, che ci vuoi fare), a un certo punto trova il varco e si butta. Soffre, cresce. Si mette in gioco. Si fa aiutare da produttori coi fiocchi (dico solo un nome: Rick Rubin), mette a frutto anni di ascolti reiterati di Ella Fitzgerald ed Etta James, libera il blues, incanala le emozioni nelle corde vocali e le fa uscire. Voilà, tutto qui. Era solo questione di trovare la propria voce, ma si sa: se non soffri, non succede. Perché è il dolore che ti insegna chi sei veramente. Ecco un altro motivo per cui è una di noi: perché parla di cose che conosciamo bene. Solo che lei ha anche il mezzo per comunicarle.
Il risultato sono undici canzoni di elegantissimo gusto retrò, che non ammiccano né alla dance, né all'r'n'b né a tutte quelle robe così moderne che adesso piacciono tanto, ma sono semplicemente canzoni pop, nell'accezione più nobile del termine, con una coloritura blues per nulla affettata che è più un fatto emotivo che stilistico. Arrangiamenti e interpretazione sono di gran livello, i testi semplici e incisivi, tutti incentrati su una storia d'amore finita male che a volte la fa arrabbiare di brutto, a volte la fa piangere. That's blues, baby. Ed è la nostra vita, filtrata da una voce graffiante e sicura, così sicura da dubitare che davvero ci sia una ventunenne, là dietro. 
Vi ruberà il cuore, a ogni pezzo. E non ne sbaglia uno, accontentando sia chi ama i pezzi tirati (come la sottoscritta), in cui Adele tira fuori una grinta da veterana, sia chi ama i lentacci da strapparsi le budella. Del primo gruppo fanno parte Rolling in the deep, un'opener perfetta, un blues sporco e incazzato da ascoltare dondolando la testa con un bicchiere in mano, Rumor has it, un'affermazione di personalità cupa e potentissima, Set fire to the rain, gioiello pop di grande intensità, e I'll be waiting, che ci fa sognare le migliori performance di Aretha e di tutte quelle grandi come lei. 
I lenti sono ulteriori dimostrazioni di talento, e tra essi spiccano l'accorata Don't you remember, l'elegantissimo soul di He won't go, il grande blues di One and only, la poetica Someone like you. Menzione speciale per un'autentica chicca, la cover di Lovesong dei Cure, in cui Adele offre una grande performance, quasi sottovoce, regalando intensità a un brano quasi lounge.
E' chiaro che, di fronte a un disco così compatto e ispirato, anche il cuore indie più duro si scioglierà come ghiaccio al sole. E' un gran periodo, per le ragazze che fanno musica, ma Adele ha davvero quel qualcosa in più che la rende un instant classic. Imperdibile.

2 commenti:

  1. anche io adoro adele, è vero è fantastica, è una di noi e ha una voce da brividissimi

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  2. benvenuta Pencil, grazie per il tuo commento! mi piace molto l'espressione "brividissimi" :))) ciao!

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