Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

martedì 16 dicembre 2014

#205. year-end list/1: le canzoni. pop sensations e posizioni 20-11

Mai come quest'anno, tra le canzoni, è stato difficile scegliere. 
Le radio e le classifiche sono state quasi costantemente popolate da brani di ottimo livello, pop intelligente alternato a suggestioni elettroniche variamente declinate - dal pop, all'R&B, alla dance. Sembrano finalmente lontani i primi anni del Duemila coi loro personaggi di plastica, il trash e la mancanza di idee.
Oggi assistiamo a un predominio di figure femminili forti e di DJ in grado di riempire gli stadi, e in definitiva vediamo premiati coloro che hanno meglio saputo adattarsi al sistema multipiattaforma che è la musica odierna.
La mia classifica è quindi, mai come quest'anno, un buon compromesso tra i migliori ascolti personali e gli input arrivati dall'esterno, cercando di evitare i pregiudizi e lasciando spesso scegliere l'istinto.
A introdurre la classifica, quattro outsider che non hanno trovato posto nei primi 20, seguiti dal countdown vero e proprio fino alla posizione 11. 
Nel prossimo post vi svelerò infine i primi dieci classificati.

Buona musica a tutti, sempre comunque e dovunque.

Kiesza: Hideaway

Nell’anno in cui la musica elettronica e il tributo alla dance anni Novanta hanno dominato classifiche e universo mondo, Kiesza paga il suo tributo a house divas come CeCe Peniston e Robin S con questo esplosivo brano perfettamente in equilibrio tra pop e underground.
Radio e classifiche l’hanno premiata, e le orecchie dei nostalgici dell’early Nineties sound come chi scrive hanno accolto con gioia uno dei migliori tormentoni estivi degli ultimi anni.
video: http://youtu.be/ESXgJ9-H-2U

Katy B feat. Jessie Ware: Aaliyah

Le due voci femminili più ispirate dell’attuale scena elettronica inglese dimostrano di sapere come riempire il dancefloor, duettando magnificamente su un tappeto deep house che conduce dritto a un refrain dalla semplice efficacia. Aaliyah è non solo un omaggio a un talento dell’RnB precocemente scomparso, ma è l’atto di forza di due prime donne che, insieme ai Disclosure, stanno portando l’EDM britannica ben oltre i confini nazionali.
video: http://youtu.be/bdA8dDztOUE

Tove Lo: Habits (Stay High)

Dagli ABBA in avanti, passando per talenti più o meno mainstream come Roxette, Neneh Cherry, Ace of Base e Lykke Li, la Svezia è stata capace di sfornare inaspettati e fulgidi esempi di grande musica pop. Ultima, ma a giudicare dalle capacità autoriali non in ordine di importanza, è Tove Lo: classe 1987, con questo pezzo piazza uno dei migliori ritornelli dell’anno (e forse non solo), spiccando letteralmente in volo nel refrain dopo un’indagine secca e sincera sui metodi moralmente discutibili per non pensare al suo ex. Un autentico, catartico earworm da cantare col mascara sfatto e il bicchiere pieno.
video: http://youtu.be/oh2LWWORoiM

OneRepublic: Counting Stars

Gli OneRepubli di Ryan Tedder, autore profilico e talentuoso che sta dietro a molti dei grandi successi pop degli ultimi anni, con questo brano creano una sorta di summa di tutte le ispirazioni e gli spunti che stanno dietro alle grandi hit scritte per gli altri (Adele e Beyoncé su tutte).
In primis, salta all’occhio la naturalezza nella creazione di un grande ritornello: quest’anno è stata una gara ardua, con avversarie - sottolineo la E - temibilissime. In più, il ritmo serrato e quasi stomp, che rimanda alla grandiosa Rolling in the deep. Infine, la coloritura soul, qui ben distinguibile nel trionfo finale. Pezzo pop da manuale, cantato benissimo E, personalmente, colonna sonora della mia gita allo Yosemite.
video: http://youtu.be/hT_nvWreIhg

20. Sleater Kinney: Bury Our Friends

Riemergono dai meandri più oscuri degli anni 90 con un pezzo che parla alla pancia più che al cuore di chi, come me, è stato adolescente in quegli anni. Sì, ci sono le chitarre sgangherate e il cantato approssimativo, ma quello che conquista è il refrain, un vero e proprio inno intransigente: Exhume our idols and bury our friends / We're wild and weary but we won't give in!
E ci si ritrova a canticchiarla, quasi senza accorgersene, prima di tornare a questi fluidi, velocissimi anni 10.
video: http://youtu.be/b7flldNGy34

19. Angel Olsen: Unfucktheworld

C’è qualcosa, nella voce di Angel Olsen, che ti fa fermare di colpo qualunque cosa tu stia facendo. Sembra una voce proveniente dal secolo scorso, soprattutto per quel vibrato controllato ma capace di trasmettere una fragilità immensa. In questo brano, in special modo, i due minuti e 12 catapultano chi ascolta in una dimensione parallela dove non c’è tempo né spazio, solo una voce tremula e una chitarra monotona che però parlano una lingua comprensibile a tutti. Una canzone meravigliosamente appesa a un filo, una delle voci più belle sentite quest’anno (e non solo).
video: http://youtu.be/iNfnoLD_tAY

18. Stromae feat. Lorde, Pusha T, Q-Tip, HAIM: Meltdown

E’ stato bello vedere come il nome di Stromae, artista hip hop belga dal grande talento, comparisse in apertura alla colonna sonora del blockbuster The Hunger Games: Mockingjay curata dalla neozelandese Lorde.
E’ stato bello perché non solo il brano è magnificamente epico e moderno, nel tipico stile di Stromae (che non compare in voce, ma come produttore), ma perché in un mondo anglocentrico come quello della musica pop, per di più a corollario del classico filmone hollywoodiano, il primo nome della lista è quello di un ragazzone belga di origine ruandese. Chissà che il mondo intero, finalmente, si accorga del suo talento. (E brava, bravissima Lorde a fare questa scelta).   
video: http://youtu.be/MaLtcOvoTTo

17. Duck Sauce: aNYway

Fiore all’occhiello di uno degli album più cialtroni e adorabili dell’anno, questo brano in realtà è del 2009, ma è stato lanciato nel 2014. aNYway ha tutto ciò che si potrebbe chiedere a un infallibile pezzo dance virato al pop: una ballabilità naturale, un motivo catchy e supercantabile, un’attitudine divertita e divertente che coinvolge all’istante. Leggero e senza tempo, un pezzo da trenino da recuperare assolutamente per quei giorni che proprio no.
video: http://youtu.be/vWM5D3MwSgA

16. Tinashe feat. Devonté Hynes: Bet

Direttamente da uno dei debutti più intriganti degli ultimi tempi, Aquarius della ventiduenne losangelina Tinashe Kachingwe, brilla come un diamante l’avvolgente sensualità di Bet, brano impreziosito dal bellissimo assolo di chitarra finale di Devonté Hynes.
Un brano atmosferico e bollente, dove emerge la bravura di interprete e autrice di Tinashe, il suo modo sicuro di scandire il testo, la sicurezza con cui apprende la lezione di Aaliyah piegandola al suo mondo incandescente e cupo. Ipnotica.
video: http://youtu.be/7oj4URDeb2s

15. Lykke Li: No Rest for the Wicked

Ennesimo esempio della grande tradizione pop svedese, Lykke Li ne è in questo momento campionessa assoluta. E con pieno merito, come dimostrato da questo incantevole brano per cuoricini spezzati che ben figura in una collezione di canzoni di scarna, commovente sincerità. Lykke Li mette a nudo la sua anima e non possiamo che rimanere incantati dal respiro epico e, allo stesso tempo, dalla fragilità intensa della sua voce che emergono in questo brano dalla melodia istantaneamente classica. Rifugiatevi sotto una copertina calda e chiudete gli occhi, la voce di Lykke Li vi terrà compagnia.
video: http://youtu.be/Hh-0y8Qe0Sw

14. Sun Kil Moon: Ben’s My Friend

Ci sarebbe moltissimo da scrivere su questo magnifico brano del cantautore statunitense Sun Kil Moon, una canzone che è solo la più solare e pop di un album coeso e letterario tutto incentrato sul tema della morte.
Ben’s My Friend è un pezzo leggero come una piuma, arrotolato su stesso da un giro di chitarra acustica, e fluttuante nel sogno grazie a un dolce sassofono.
Sun Kil Moon racconta con dovizia di particolari una anonima giornata, tra un pranzo con la fidanzata, le telefonate ai genitori e il concerto di un suo amico, il Ben del titolo. Che è la chiave di volta del senso del brano, una dolcissima meditazione sul tempo che passa. Calda e commovente.
video: http://youtu.be/CMuo7GFXa0k

13. The Decemberists: Make You Better

Non so se sia oggettivamente tra le canzoni migliori dell’anno. Sicuramente lo è per me, colpita in un pigro pomeriggio qualunque dalla calda vibrazione emanata dal suo rock genuino e semplice. Alla Springsteen, per intenderci.
Ci sono brani che ci si aggrappano tenacemente al cuore perché stanno sulla nostra stessa lunghezza d’onda, e sanno trasmetterci sicurezza, e quella sensazione meravigliosa di posto al sicuro.
Scriverei una lettera per ringraziare i Decemberists, innanzitutto per complimentarmi della scelta del nome che si sono dati, e soprattutto per questo brano, uno splendore luminoso che mi ha svoltato una giornata qualsiasi. E’ poco?
video: http://youtu.be/Xq76aQRmbQA

12. Azealia Banks: Chasing Time

Se n’è uscita a sorpresa a novembre, dopo tre anni di annunci e smentite riguardo il suo album di debutto. E ha sparato una cannonata: un hip hop modernissimo, sboccato, imbastardito con l’house pop dei primi anni Novanta e un altro centinaio di sottogeneri. Tra tutti i brani, Chasing Time è il più immediato, ed è irresistibile: nella melodia, nel ritmo, nell’attitudine che lo fa precipitare nei nostri stereo direttamente dal 1990. Meravigliosamente insopportabile, Azealia è da tenere d’occhio senza indugi.
video: http://youtu.be/jtTjzDTpx8o

11. St Vincent: Prince Johnny

Il nome di Annie Clark - aka St Vincent - lo troverete in una vagonata di year end lists di gente super competente. Forse lo troverete anche nella mia: perché il suo album omonimo è lo statement potentissimo di una artista nella piena maturità. Cantante, autrice e chitarrista sopraffina, St Vincent ha creato un’opera compatta come un monolite, in cui Prince Johnny è uno dei momenti più leggiadri e ispirati: una dolce ninnananna RnB stramba e ipnotica, che inchioda fino all’ultima nota. Chapeau, Annie!
video: http://youtu.be/idllxjHbX7w

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