
Pur avendo rilasciato solo tre album, fin dall'esordio nel 2004, con l'opera Funeral, raccolgono l'approvazione unanime della critica musicale, sbalordita dalla complessità dei temi e dalla maturità musicale della giovane band. Una band, peraltro, da intendersi nel senso pieno del termine: ben sette componenti, Win Butler, Régine Chassagne, Will Butler, Richard Reed Parry, Tim Kingsbury, Jeremy Gara e Sarah Neufeld, che salgono però a dieci durante i tour, e un range strumentale amplissimo, che annovera chitarre, batteria, basso, pianoforte, violino, viola, violoncello contrabbasso, xilofono, glockenspiel, tastiera, corno francese, fisarmonica, arpa, mandolino, organo e ghironda, spesso suonati alternativamente dai vari componenti.

L'album d'esordio contiene in sé già tutte le caratteristiche distintive della musica degli Arcade Fire: la capacità di creare veri e propri inni, di forte impatto melodico ed emotivo, naturalmente destinati alla condivisione live; la complessità degli arrangiamenti, piuttosto inusuale per una band indipendente, che contemplano l'utilizzo non soltanto della strumentazione sopra citata, ma anche di una vera e propria orchestra; l'attitudine rock, oscillante tra una furia adrenalinica tipicamente post-punk e un retrogusto che va dal pop all'Eighties revival; le complesse dinamiche vocali, in cui alla cupa emotività della voce di Win Butler fa da contraltare l'eterea trasparenza di quella di Régine Chassagne, e, sullo sfondo, cori e battitimani di reminiscenza bandistica.

L'attesissimo successore, intitolato Neon Bible, vede la luce nel 2007, e non delude le aspettative: raccoglie non solo la quasi unanimità degli elogi, ma incontra un riscontro di vendite di gran lunga superiore al predecessore. L'album spicca per compattezza e vede la band focalizzare ancor di più il proprio sound su coordinate epiche, prese tra slanci chitarristici ed echi morriconiani.

Una band completa, coraggiosa ma intelligente nel modo in cui ha compreso di non doversi chiudere in una compiaciuta torre d'avorio. Pop nel modo più nobile: quello dell'arte che si fa popolare, che sa parlare alle masse senza perdere in autenticità e coerenza.
se vi è piaciuto questo post, vi rimando alla non recensione dell'album The Suburbs al link http://milleoccasionidifesta.blogspot.com/2011/03/occasione-di-festa-numero-76.html
Una recensione, come dire...? ben fatta
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