Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

martedì 17 maggio 2011

Occasione di festa numero 89.

... e anche questa volta dovevo mettere su un altro post e invece. Che bello scompaginare i programmi.
Niente, alla fine mi tocca parlare di una occasionedifesta che, per la sottoscritta, in realtà non lo sembrava, anzi una volta lo era, poi ha smesso di esserlo, e poi... bla bla bla.
Sto parlando del Salone del Libro di Torino, iniziato giovedì scorso e terminato ieri, e da me visitato ben due volte (con l'ingegnere e col papys). 
Al tempo delle prime edizioni, alla fine degli anni Ottanta, non me ne perdevo una. Ci andavo sempre con mio papà e ricordo quelle bellissime t-shirt con stampate sopra citazioni famose (ma esistono ancora?), mi pare si chiamassero Parole di Cotone, o qualcosa del genere. Io portavo orgogliosa la mia M'illumino d'immenso. Mi sembrava il modo migliore per presentarmi agli altri, una sorta di tag grosso così. Poi ovviamente c'erano i libri, tanti tantissimi, tutti insieme, tante persone, accomunate dalla stessa passione, e anche tante persone famose. Sembrava il posto giusto dove stare per cinque giorni all'anno. E così è stato per me, almeno fino a qualche anno fa.
E io sognavo. E' da allora che sogno di far parte di quel mondo, e che ce l'ho messa tutta per riuscirci. Per un certo tempo ce l'ho fatta, davvero. E con le mie sole forze. Per il momento il sogno è in stand-by, ma ancora vivo.
Però. C'è un però. Il sogno, per un certo periodo, si è spezzato. Anzi diciamo pure frantumato, distrutto, disperso.
Quel sogno è il mio tallone d'Achille, e la disillusione per tanto, troppo tempo mi ha spezzato le ali. Per farla breve: andare al Salone del Libro, dopo la grande delusione degli ultimi anni, mi provocava un dolore quasi fisico. Ogni volta era uno schiaffo: ecco, noi siamo qui, facciamo questo lavoro, e tu invece no. Guardaci, siamo cool, siamo perfetti, siamo arguti colti e infallibili, e invece tu no. Tu ci guardi.
E siccome io sono un'aquila che si crede un pollo, vedevo tutte queste persone come enormi e bellissimi rapaci dalle ali spiegate.
Questo è successo fino a venerdì scorso, quando la mia visita al Salone con l'ingegnere è stata faticosa, dolorosa, anche fastidiosa (per dire: non me lo avesse chiesto lui, quest'anno non ci sarei andata mai e poi mai. Ok, l'ho detto). 
Non vedevo l'ora di tornare a casa. Non ho comprato nessun libro. Volevo solo uscire da lì.
Mi maledicevo per aver promesso a mio padre che il lunedì avrei accompagnato pure lui.
Insomma: ho passato un weekend discretamente malinconico.
I vecchi fantasmi sono tornati a bussare alla mia porta, e devo ringraziare questi anni di disciplina interiore se ne sono uscita tutto sommato indenne.
Ieri mattina, mentre ero in bagno a prepararmi, ho pensato: ma vaffanculo. Questa sono io. Questo è il mio mondo. Io sono un'aquila, non sono un pollo, cazzo. Avanti: fiore tra i capelli, e si va!
Dico solo che siamo stati in giro per il Salone qualcosa come sette ore consecutive. Ho girato per gli stand con calma, serenità, scrutando le copertine, sfogliando pagine profumate, cercando di memorizzare tutto quello che mi piaceva. Guardando le persone.
Ho scelto, accuratamente, tre libri. Tre soltanto. 
Paolo Pejrone: In giardino non si è mai soli. Krishnamurti:  Liberarsi dai condizionamenti. Aldo Nove: La vita oscena.
Libri utili. Per la mia vita, il mio senso estetico, la mia disciplina. Libri che mi raccontano delle cose e che raccontano chi sono io. Libri che aiutano a "leggermi".
La riconciliazione è stata coronata da un giretto, con la cara carissima Noemina, al Bookstock Village, l'area dedicata ai minilettori. Grazie amica mia.
Lo spazio 0-14 era puro incanto. Ed è lì che il sogno è ricominciato. 
Decine, centinaia di libri illustrati, in francese, spagnolo, arabo, russo; un magnifico libro tutto nero (Il libro nero dei colori) pensato per i non vedenti ma ancor più utile a tutti gli altri per riacquistare la vista (quella autentica), dove i disegni sono in rilievo e chiedono di essere toccati, sfiorati, accarezzati; un libriccino-mappa de I Tre Porcellini illustrato dall'incantevole Ilaria-Pencil; le favole di Rébecca Dautremer, eterea e poetica, con il suo Elvis e la sua Baba Yaga; il libro che reinterpreta i dipinti più famosi sostituendo le teste umane con teste animali (la dama con l'ermellino ERA un ermellino!!); la favola di Codrillo; il racconto illustrato L'abbraccio, di David Grossman, su cui io e l'amica Tazzina abbiamo versato calde lacrime.
Questo è il mio mondo. Questa sono io. Sto tornando.

11 commenti:

  1. Ohhhhhhhh, è vero, è vero, è vero: un bellissimo momento, grazie per averlo descritto tu.

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  2. amica: ce la faremo! lo so, ne sono certa!!

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  3. ma i sogni sono la spina dorsale della vita,vanno coltivati e anche le disillusioni sono il sale e le lacrime amare della routine quotidiana, sicuramente necessarie anche se non sono indispensabili.

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  4. hai ragione Giuseppe. e sono sempre più convinta che gli ostacoli, e la difficoltà nel superarli, siano un dono prezioso, senza il quale non raggiungeremmo i nostri obiettivi. purtroppo, quando ci si trova "incastrati", è sempre difficile. ma se ne esce, forti come non mai :)

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  5. ohhh Sara! che bel post... e grazie grazie grazie per i miei porcellini ,ma anche per rebecca e il suo fantastico talento e per aver ricordato che i libri sono anche quelli con le figure!io ci vado sempre così al salone del libro: per restare incantata e sonno sicura che i sogni fanno bene e le aquile rapaci fanno ridere i polli ;))

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  6. grazie grazie grazie a te Ilaria!! :) e buona giornata.

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  7. ... e comunque io e Noemi lo dicevamo proprio lunedì: il tuo talento non ha nulla da invidiare a quello dei bravissimi illustratori presenti al salone... e non lo dico per carineria, ma perché lo credo fermamente: SUPERBRAVISSIMA.

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  8. Cara Sara, non so cosa abbia causato il tuo momento buio e il tuo rifiuto momentaneo, ma ti posso dire che la tua grinta mi piace e che basta anche solo quella per essere un'acquila!

    P.s. Per non parlare della tua ironia! "Io sono un'aquila, non sono un pollo, cazzo. Avanti: fiore tra i capelli, e si va!"
    Brava!

    Un abbraccio, Lola

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  9. Lola: grazie!! Mi commuovo. Sniff sniff.
    un abbraccione

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  10. Non so... Io, in quanto pollo, ho grande stima dei miei fratelli che sognano voli che credono impossibili.
    E lo so che le aquile ci odiano perché non sanno razzolare. Se lo sognano!

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  11. Nivangio: eheh è vero! è tutta questione di prospettive... e a ben vedere, forse, meglio di tutte è la farfalla. o il colibrì. buona giornata!

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