Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

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mercoledì 2 marzo 2011

Occasione di festa numero 69.

Be Kind Rewind: L'Arte del Cinema.

Davvero un mistero il motivo per cui questo piccolo grande film, uscito nel 2007, abbia avuto poca fortuna. Se mi lasci ti cancello, l'opera più conosciuta del suo regista, Michel Gondry, ha avuto un destino assai più fortunato. E certo si trattava di un film molto più impegnativo (stupendo, intendiamoci, ma impegnativo). 

Il film che ne seguì, L'Arte del Sogno, mi ha vista sconfitta, e anche al botteghino è andato male.
Be Kind Rewind è il più mainstream, tra i film di Gondry, gli attori funzionano benissimo (Jack Black strepitoso e "corporeo" come sempre, Danny Glover, che i più ricordano in Arma Letale, qui alle prese con un personaggio malinconico e lunare, l'anomalo rapper Mos Def nei panni di un ragazzo timido e ingenuo, Mia Farrow in quelli di una stralunata signora), l'ammiccamento alla storia del cinema garantisce un effetto-immedesimazione sicuro, la filosofia che sta alla base della storia è semplice, poetica, efficace.
Eppure.
La storia ha un che di sovversivo: la magia del cinema è tale perché alla portata di tutti, non perché per realizzarla servono milioni di dollari. Così, una piccola, sfigata videoteca del New Jersey, che resiste eroicamente allo strapotere di megastores e supporti digitali, per un caso del destino ribalta la prospettiva: smagnetizzate tutte le videocassette del negozio, l'unica soluzione è rigirare i titoli in proprio e metterli in listino. Con successo insperato. 

Hollywood esce sconfitta, l'idea di cinema che traspare dal film è un elogio alla lentezza, una visione zen che mette in primo piano le idee, l'entusiasmo, la fantasia, la capacità, piuttosto che i mezzi. I cinefili si divertono, certo, ma molti dei film re-interpretati in Be Kind Rewind sono amati da tutti: GhostbustersRush HourMen In BlackKing Kong2001 Odissea Nello Spazio.

Realizzati con assoluta economia di mezzi e fantasia scatenata, i remake - brevissimi, per altro - hanno nel film un successo di gran lunga maggiore degli originali, al punto da scatenare la rabbia degli studios contro la piccola videoteca, più colpevole di lesa maestà che non di violazione dei diritti d'autore. Ma più che i soldi, possono le idee, in questo gioiellino firmato Gondry: ed ecco allora la comunità tutta partecipare alla realizzazione di un film originale sulla storia di Fats Waller, pianista jazz originario del posto. Un nuovo focolare attorno al quale l'intero quartiere si raccoglie e mobilita, torna a sperare nelle grigie giornate tutte uguali. Una timida, tenace rivoluzione che nasce da un piccolo negozio di videocassette.

Non importa come racconti, ma cosa racconti. Romantico e utopico? Forse. Però, chissà perché, ho la sensazione che se vogliamo sopravvivere ci tocca passare di qua.
PS: detto questo, non perdetevi Jack Black che interpreta la vecchia scorbutica di A spasso con Daisy... Mutande bianche in vista sotto il vestitino a fiori, Timberland, capellino inguardabile e lui che grida continuamente "Hoke", "Hoke" al povero Mos Def con improbabile accento british (Vedi sotto).


2 commenti:

  1. splendido film! io l'ho visto al cinema quando è uscito e... troppo bello!grazie della recensione ;)))

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  2. grazie a te! è uno dei miei preferiti di sempre e poi... adoro Jack Black in ogni sua manifestazione :))

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