year-end top list
i dieci migliori album del 2011 sempre secondo me (più cinque fuori classifica che non ci stanno solo perché è una top ten)fuori classifica:
- Feist. Metals
consigliate:
The Bad in Each Other, The Undiscovered First, The Circle Married the Line
- Bon Iver. Bon Iver
consigliate:
Perth, Beth/Rest, Holocene
- The Black Keys. El Camino
non entra nella top ten solo perché uscito in dicembre, ma questo è il classico album-bomba: piace fin dal primo ascolto, è orecchiabile ma non ruffiano, è rock'n'roll, è blues, ma è anche pop, è prodotto bene e suonato meglio, scorre veloce come un colpo di pistola e non vedi l'ora di passarlo agli amici. se nel 2012 i Black Keys non diventeranno superstar del rock, allora ragazzi i Maya ce li siamo meritati.
consigliate:
Lonely Boy, Little Black Submarines, Money Maker
- Metronomy. The English Riviera
consigliate:
The Bay, She Wants, Everything Goes My Way
- Friendly Fires. Pala
consigliate:
Helpless, Pala, Hawaiian Air
10. Lady GaGa. Born This Way
consigliate:
Marry the Night, Born This Way, Hair
9. Jay Z & Kanye West. Watch the Throne
consigliate:
No Church in the Wild, Lift Off, That's My Bitch
8. Fleet Foxes. Helplessness Blues
magnificamente démodé o forse semplicemente fuori da ogni moda, i sei barbuti e giovanissimi componenti dei Fleet Foxes rilasciano uno degli album più sorprendenti e magici (nel vero senso del termine) di quest'anno così ricco. i primi ascolti passano quasi inosservati: ma, gradatamente, ci si accorge dell'enorme lavoro che sta dietro alle complesse armonie vocali, agli arrangiamenti ariosi eppure pregni di misteri e suggestioni, al raccoglimento quasi mistico in cui l'ascoltatore viene fatto precipitare fin dalla prima nota. il pop, il folk, le armonizzazioni alla Beach Boys, gli strumenti dai suoni più strani, i titoli esotici: alla fine non se ne esce più, è un incantesimo. ragazzi procuratevelo.
consigliate:
The Plains/Bitter Dancer, Helplessness Blues, The Shrine/An Argument
7. Beyoncé. 4
consigliate:
I Care, Countdown, End of Time
questa non è una recensione: http://milleoccasionidifesta.blogspot.com/2011/11/occasione-di-festa-numero-115.html
6. Danger Mouse & Daniele Luppi. Rome
prendete un compositore romano semisconosciuto in Italia e apprezzato all'estero e un superproduttore di quelli che c'è sempre il loro zampino dietro i dischi più cool. poi pensate a come potrebbe essere la colonna sonora di un film inesistente ambientato a Roma e ricreate un fantastico suono vintage che ricorda le soundtrack italiane degli anni Sessanta. infine fate una telefonata a Norah Jones e Jack White dei White Stripes e gli fate cantare un paio di canzoni. il risultato è questa roba qui, strana, calda e familiare, un disco che se non lo amate avete problemi.
consigliate:
Season's Trees, Black, Her Hollow Ways
5. My Morning Jacket. Circuital
consigliate:
Victory Dance, Wonderful (The Way I Feel), Holdin' on to Black Metal
4. DJ Shadow. The Less You Know, the Better
autore di uno dei più incredibili e rivoluzionari album che io abbia mai ascoltato (Endtroducing, 1996), in questi anni DJ Shadow mi era mancato tanto. costruire della musica senza suonarne una nota, semplicemente assemblando parti di una discografia sterminata e onnicomprensiva, era e rimane un'intuizione sbalorditiva. unico neo di quel capolavoro: mancava la forma canzone. quest'anno il signor Josh Davis è tornato e ha accantonato la genialità dell'esordio a favore di un'opera più accessibile, non perfetta, ma che compensa le cadute e le ripetizioni con picchi altissimi: canzoni-canzoni, gioielli pop come piacciono a me, collage musicali destinati a infiniti ascolti.
consigliate:
Give Me Back the Nights, Scale it Back, Come On Riding (Through the Cosmos)
3. TV on the Radio. Nine Types of Light
dopo un album acclamato come Dear Science sembrava impossibile mantenere un così alto livello compositivo, pur reinventandosi e cercando strade nuove: e invece, forti del loro talento, i TV on the Radio piazzano il più accessibile album della loro discografia, strizzando l'occhio a un pop intelligente ma in cui è sempre riconoscibile il loro marchio di fabbrica, quella capacità di nascondere un cuore caldissimo sotto l'armatura fredda e pesante degli effetti sonori e dell'approccio elettronico. tra malinconia e nevrosi, questo disco cresce a ogni ascolto proprio perché, a ogni ascolto, svela la sua trama e si lascia indagare sempre più in profondità.
consigliate:
Second Song, Will Do, New Cannonball Blues
questa non è una recensione: http://milleoccasionidifesta.blogspot.com/2011/12/occasione-di-festa-numero-119.html
2. Adele. 21
lo ammetto: fino a novembre non avevo dubbi sul fatto che, per me, questo fosse il disco dell'anno. uno di quei classici rivelatori che, fin dal primissimo ascolto, scavano un buco nello stomaco e ti chiedono ancora, ancora, ancora. uscito in gennaio, di settimana in settimana raccoglieva consensi unanimi, e sbalordiva per il modo in cui riusciva a comunicare con persone di età, provenienza, cultura, gusti diversi. mi ha fatto sentire parte del tutto molte volte. molte volte mi ha stretto alla gola. molte volte mi ha svegliata dal torpore. e poi la sua voce, che da sola comunica tutto quello che ho cercato di spiegare con queste due cretinate che ho scritto. bella Adelona mia, ti adoro.
consigliate:
Rolling in the Deep, Rumour Has It, He Won't Go
questa non è una recensione: http://milleoccasionidifesta.blogspot.com/2011/02/occasione-di-festa-numero-63.html
1. M83. Hurry Up, We're Dreaming
ecco, appunto dicevo che, fino a novembre, Adele aveva già il suo posto lassù, in prima posizione. poi - non ricordo nemmeno il perché - decido di ascoltare questo album. forse è stato il titolo: sognare, oggi? ma sei matto? e invece parte la prima nota e pensi che ha ragione lui. che è proprio quando tutto precipita che devi sognare, credere in te stesso, con quella potenza che è solo dei bambini, e che poi, chissà perché, perdiamo per strada. e per convincerti usa l'arma più potente, perché alla fine di parole se ne sentono poche: la musica, quella che ti proietta verso l'infinito, che non ha tempo e se ne ha - quando omaggia il passato - lo fa per darci tregua, per accoccolarci un attimo nel tepore dei nostri ricordi. ma è un attimo, appunto: il resto è deflagrazione. sogno. magia.
consigliate:
Intro, Midnight City, Outro
questa non è una recensione: http://milleoccasionidifesta.blogspot.com/2011/12/occasione-di-festa-numero-123.html
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